Il re pastore, Vienna, Albrizzi, 1751

 SCENA VII
 
 AMINTA in abito reale e detti
 
 AMINTA
 Eccomi a te di nuovo; ecco deposte
555le care spoglie antiche. Avvolto in questi
 lucidi impacci, alla mia bella Elisa
 mal noto forse io giungerò. Potessi
 almeno a lei mostrarmi.
 AGENORE
                                               Ah d'altre cure
 signore è tempo. Or che sei re, conviene
560che a pensar tu incominci in nuova guisa.
 AMINTA
 Come! E che far dovrei?
 AGENORE
                                               Scordarti Elisa.
 AMINTA
 Elisa! E chi l'impone?
 AGENORE
                                           Un cenno augusto
 di chi può ciò che vuole, e vuole il giusto;
 l'impone il ben d'un regno,
565l'onor d'un trono...
 AMINTA
                                     Ah vadan pria del mondo
 tutti i troni sossopra. Elisa è stato,
 Elisa è il mio pensiere; e fin che l'alma
 non sia da me divisa,
 sempre Elisa il sarà. Scordarmi Elisa!
570Ma sai com'io l'adoro?
 Sai che fece per me? Sai come...
 AGENORE
                                                             Ah calma
 quegl'impeti o mio re.
 AMINTA
                                            Scordarmi Elisa!
 Se lo tentassi, io ne morrei.
 AGENORE
                                                    T'inganni.
 Di tua virtù non ben conosci ancora
575tutto il valor. Sentimi solo; e poi...
 AMINTA
 Che mai, che dir mi puoi?
 AGENORE
                                                   Che quando al trono
 sceglie il cielo un regnante... Ah viene Elisa,
 fuggiam. (Vede Elisa alla destra)
 AMINTA
                     Non lo sperar.
 AGENORE
                                                 Pietà signore
 di te, di lei. L'ucciderai se parli,
580pria di saper...
 AMINTA
                              Non parlerò; tel giuro.
 AGENORE
 No; dei fuggirla; andiam. Soffri un eccesso
 dell'ardita mia fé sol questa volta. (Lo prende per mano e s’incamina seco in fretta verso la sinistra)