Il re pastore, Vienna, Albrizzi, 1751

 SCENA PRIMA
 
  Parte interna di grande e deliziosa grotta formata capricciosamente nel vivo sasso dalla natura, distinta e rivestita in gran parte dal vivace verde delle varie piante, o dall’alto pendenti o serpeggianti all’intorno, e rallegrata da una vena di limpida acqua che scendendo obliquamente fra’ sassi or si nasconde, or si dimostra e finalmente si perde. Gli spaziosi trafori, che rendono il sito luminoso, scuoprono l’aspetto di diverse amene ed ineguali colline in lontano, ed in distanza minore di qualche tenda militare, onde si comprenda essere il luogo nelle vicinanze del campo greco.
 
 AMINTA solo
 
 AMINTA
 Oimè! Declina il sol; già il tempo è scorso
610che a' miei dubbi penosi
 Agenore concesse. Ad ogni fronda
 che fan l'aure tremar, parmi ch'ei torni
 e a decider mi stringa. Io da che nacqui
 mai non mi vidi in tanta angustia. (Siede) Elisa
615il suo vuol ch'io rammenti
 tenero, lungo e generoso amore;
 con mille idee d'onore
 Agenore m'opprime; io nel periglio
 di parer vile o di mostrarmi infido
620tremo, ondeggio, m'affanno e non decido.
 E questo è il regno? E così ben si vive
 fra la porpora e l'or? Misere spoglie!
 Siete premio o castigo? In questo giorno
 non ho più ben, da che mi siete intorno.
625Finché in povere lane... O me infelice!
 Agenore già vien. (Si leva) Che dirgli? Oh dio!
 Secondarlo non posso;
 resistergli non so. Troppo ha costui
 dominio sul mio cor, mi sgrida e l'amo;
630m'afflige; e lo rispetto. (Pensa e poi risoluto) Ah non si venga
 seco a contesa.