Siroe re di Persia, Roma, Leone, 1727

 SCENA ULTIMA
 
 MEDARSE, LAODICE e detti
 
 MEDARSE
1525Padre.
 LAODICE
                Signor.
 MEDARSE
                                Del mio fallir ti chiedo
 il perdono o la pena.
 LAODICE
                                        Anch'io son rea,
 vengo al giudice mio; l'incendio acceso
 in gran parte io destai.
 COSROE
                                            Siroe è l'offeso.
 SIROE
 Nulla Siroe rammenta. E tu mio bene (A Emira)
1530deponi alfin lo sdegno, ah mal s'unisce
 colla nemica mia la mia diletta,
 o scordati l'amore o la vendetta.
 EMIRA
 Più resister non posso. Io con l'esempio
 di sì bella virtù l'odio abbandono.
 COSROE
1535E perché quindi il trono
 sia per voi di piacer sempre soggiorno
 Siroe sarà tuo sposo.
 EMIRA e SIROE
                                        O lieto giorno! (Siegue l’incoronazione di Siroe)
 COSROE
 Ecco Persia il tuo re. Passi dal mio
 su quel crin la corona. Io stanco alfine
1540volentier la depongo; ei che a giovarti
 fu da' prim'anni inteso
 saprà con più vigor soffrirne il peso.
 CORO
 
    I suoi nemici affetti
 di sdegno e di timor
1545il placido pensier
 più non rammenti.
 
    Se nascono i diletti
 dal grembo del dolor
 oggetto di piacer
1550sono i tormenti.
 
 FINE