Didone abbandonata, Venezia, Rossetti, 1725

 SCENA V
 
 IARBA sotto nome d’Arbace ed ARASPE con seguito di mori, comparse, che portano doni per presentare alla regina, e detti
 
  Mentre Didone servita da Osmida va sul trono fra loro non intesi dalla medesima dicono:
 
 ARASPE
 Vedi mio re...
 IARBA
                            T'accheta.
120Fin che dura l'inganno
 chiamami Arbace e non pensare al trono,
 per ora io non son Iarba e re non sono.
 Didone, il re de' Mori
 a te de' cenni suoi
125me suo fedele apportator destina.
 Io te l'offro qual vuoi,
 tuo sostegno in un punto o tua ruina.
 Queste che miri intanto
 spoglie, gemme, tesori, uomini e fere
130che l'Africa soggetta a lui produce
 pegni di sua grandezza in don t'invia.
 Nel dono impara il donator qual sia.
 DIDONE
 Mentr'io n'accetto il dono
 larga mercede il tuo signor riceve;
135ma s'ei non è più saggio
 quel ch'ora è don può divenire omaggio.
 (Come altero è costui). Siedi e favella.
 ARASPE
 (Qual ti sembra o signor?)
 IARBA
                                                   (Superba e bella).
 Ti rammenta o Didone
140qual da Tiro venisti e qual ti trasse
 disperato consiglio a questo lido,
 del tuo germano infido
 alle barbare voglie, al genio avaro
 ti fu l'Africa sol schermo e riparo.
145Fu questo ove s'inalza
 la superba Cartago ampio terreno
 dono del mio signor e fu...
 DIDONE
                                                  Col dono
 la vendita confondi...
 IARBA
 Lascia pria ch'io favelli e poi rispondi.
 DIDONE
150(Che ardir!)
 OSMIDA
                          (Soffri).
 IARBA
                                            Cortese
 Iarba il mio re le nozze tue richiese.
 Tu ricusasti, ei ne soffrì l'oltraggio
 perché giurasti allora
 che al cener di Sicheo fede serbavi.
155Or sa l'Africa tutta
 che dall'Asia distrutta Enea qui venne,
 sa che tu l'accogliesti e sa che l'ami.
 Né soffrirà che venga
 a contrastar gli amori
160un avvanzo di Troia al re di Mori.
 DIDONE
 E gli amori e gli sdegni
 fian del pari infecondi.
 IARBA
 Lascia pria ch'io finisca e poi rispondi.
 Generoso il mio re di guerra invece
165t'offre pace, se vuoi.
 E in ammenda del fallo
 brama gli affetti tuoi, chiede il tuo letto,
 vuol la testa d'Enea.
 DIDONE
                                       Dicesti?
 IARBA
                                                         Ho detto.
 DIDONE
 Dalla regia di Tiro
170io venni a queste arene
 libertade cercando e non catene.
 Prezzo de' miei tesori
 e non già del tuo re Cartago è dono.
 La mia destra, il mio core
175quando a Iarba negai
 d'esser fida allo sposo allor pensai;
 or più quella non son...
 IARBA
                                            Se non sei quella...
 DIDONE
 Lascia pria ch'io risponda e poi favella.
 Or più quella non son; variano i saggi
180a seconda de' casi i lor pensieri.
 Enea piace al mio cor, giova al mio trono
 e mio sposo sarà.
 IARBA
                                  Ma la sua testa...
 DIDONE
 Non è facil trionfo; anzi potrebbe
 costar molti sudori
185quest'avanzo di Troia al re de' Mori.
 IARBA
 Se il mio signore irriti
 verranno a farti guerra
 quanti Getuli e quanti
 Numidi e Garamanti Africa serra.
 DIDONE
190Pur che sia meco Enea non mi confondo.
 Vengano a questi lidi
 Garamanti, Numidi, Affrica, il mondo.
 IARBA
 Dunque dirò...
 DIDONE
                              Dirai
 che delle sue follie mi rido assai.
 IARBA
195E risponde così femina imbelle,
 esule, fuggitiva, inerme e sola
 a chi governa ad un girar di ciglio
 l'ampio suol che divide
 dai termini d'Alcide il mar vermiglio?
 DIDONE
200Sì temerario. Al folle
 possessore infelice
 d'orridi mostri e d'infeconde arene,
 la gran donna di Tiro
 vedova di Sicheo, che ardita scorse
205tante terre e tant'onde,
 una regina e forse
 la consorte d'Enea così risponde.
 IARBA
 Al tuo misero stato
 pensa meglio o Didone.
 DIDONE
                                              Ho già pensato.
 
210   Son regina e sono amante
 e l'impero io sola voglio
 del mio soglio e del mio cor.
 
    Torna, audace, al tuo regnante
 e a quel barbaro dirai
215che l'odiai, che l'odio ancor. (Parte)