Il re pastore, Torino, Reale, 1757

 SCENA V
 
 AGENORE, poi TAMIRI
 
 AGENORE
 Povera ninfa! Io ti compiango; e intendo
715nella mia la tua pena. E pure Elisa
 ha di me più valor. Perde il suo bene
 ed ha cor di vederlo; a tal cimento
 la mia virtù non basta. Io da Tamiri
 convien che fugga; e ritrovar non spero
720alla mia debolezza altro ricorso. (In atto di partire)
 TAMIRI
 Agenore, t'arresta.
 AGENORE
                                     (Oh dei, soccorso!)
 TAMIRI
 D'un regno debitrice (Con ironia)
 ad amator sì degno
 dunque è Tamiri?
 AGENORE
                                    Il debitore è il regno.
 TAMIRI
725Perché sì gran novella (Con ironia)
 non recarmi tu stesso? Io dal tuo labbro
 più che da un foglio tuo l'avrei gradita.
 AGENORE
 Troppo mi parve ardita
 quest'impresa, o regina.
 TAMIRI
                                               Era men grande (Con risentimento)
730che il cedermi ad Aminta.
 AGENORE
                                                  È ver; ma forse
 l'idea del dover mio
 in faccia a te... Bella regina, addio.
 TAMIRI
 Sentimi. Dove corri?
 AGENORE
                                         A ricordarmi
 che sei la mia sovrana.
 TAMIRI
735Sol tua mercé. (Con ironia)
 AGENORE
                              Ch'io d'esser teco eviti
 chiede il rispetto mio.
 TAMIRI
                                           Tanto rispetto (Con isdegno)
 è immaturo finor. Sarà più giusto,
 quando al tuo re la mano
 porger m'avrai veduto.
 AGENORE
740Io nol vedrò.
 TAMIRI
                          Che? Nol vedrai? Ti voglio (Con impeto)
 presente alle mie nozze.
 AGENORE
                                              Ah no, perdona;
 questo è l'ultimo addio.
 TAMIRI
                                              Senti. Ove vai?
 AGENORE
 Ove il ciel mi destina.
 TAMIRI
 E ubbidisci così la tua regina? (Con impeto)
 AGENORE
745Già senza me...
 TAMIRI
                               No; senza te sarebbe
 la mia sorte men bella.
 AGENORE
                                            E che pretendi?
 TAMIRI
 Che mi vegga felice (Con ironia)
 il mio benefattore, e si compiaccia
 dell'opra sua.
 AGENORE
                            (Che tirannia!) Deh cangia,
750Tamiri, per pietà...
 TAMIRI
                                      Prieghi non odo (Con impeto)
 né scuse accetto. Ubbidienza io voglio
 da un suddito fedele.
 AGENORE
 (Oh dio!)
 TAMIRI
                     M'udisti? (Come sopra)
 AGENORE
                                         Ubbidirò, crudele.
 TAMIRI
 
    Se tu di me fai dono,
755se vuoi che d'altri io sia,
 perché la colpa è mia?
 Perché son io crudel?
 
    La mia dolcezza imita.
 L'abbandonata io sono
760e non t'insulto ardita,
 chiamandoti infedel. (Parte)