Il re pastore, Parigi, Hérissant, 1780

 SCENA VII
 
 AMINTA in abito reale e detto
 
 AMINTA
 Eccomi a te di nuovo; ecco deposte
 le care spoglie antiche. Avvolto in questi
 lucidi impacci alla mia bella Elisa
555mal noto forse io giungerò. Potessi
 almeno a lei mostrarmi!
 AGENORE
                                               Ah d'altre cure,
 signore, è tempo. Or che sei re, conviene
 che a pensar tu incominci in nuova guisa.
 AMINTA
 Come! E che far dovrei?
 AGENORE
                                               Scordarti Elisa.
 AMINTA
560Elisa! E chi l'impone?
 AGENORE
                                           Un cenno augusto
 di chi può ciò che vuole e vuole il giusto;
 l'impone il ben d'un regno,
 l'onor d'un trono...
 AMINTA
                                     Ah vadan pria del mondo
 tutti i troni sossopra. Elisa è stato,
565Elisa è il mio pensiero; e, fin che l'alma
 non sia da me divisa,
 sempre Elisa il sarà. Scordarmi Elisa!
 Ma sai come io l'adoro?
 Sai che fece per me? Sai come...
 AGENORE
                                                             Ah calma
570quegl'impeti, o mio re.
 AMINTA
                                             Scordarmi Elisa!
 Se lo tentassi, io ne morrei.
 AGENORE
                                                    T'inganni.
 Di tua virtù non ben conosci ancora
 tutto il valor. Sentimi solo; e poi...
 AMINTA
 Che mai, che dir mi puoi?
 AGENORE
                                                   Che quando al trono
575sceglie il cielo un regnante... Ah viene Elisa!
 Fuggiam. (Vede Elisa alla destra)
 AMINTA
                      Non lo sperar.
 AGENORE
                                                  Pietà, signore,
 di te, di lei. L'ucciderai, se parli
 pria di saper...
 AMINTA
                              Non parlerò; tel giuro.
 AGENORE
 No; dei fuggirla. Andiam; soffri un eccesso
580dell'ardita mia fé sol questa volta. (Lo prende per mano e il trae seco in fretta verso la sinistra)