Il re pastore, Parigi, Hérissant, 1780

 SCENA VII
 
  Parte dello spazio circondato dal gran portico del celebre tempio di Ercole Tirio.
 
 Fra l’armonia strepitosa de’ militari stromenti esce ALESSANDRO, preceduto da’ capitani greci e seguito da’ nobili di Sidone. Poi TAMIRI, indi AGENORE
 
 ALESSANDRO
 
775   Voi che fausti ognor donate
 nuovi germi a' lauri miei,
 secondate, amici dei,
 anche i moti del mio cor.
 
    Sempre un astro luminoso
780sia per voi la gloria mia,
 pur che sempre un astro sia
 di benefico splendor.
 
 Olà, che più si tarda? Il sol tramonta;
 perché il re non si vede?
785Dov'è Tamiri?
 TAMIRI
                              È d'Alessandro al piede.
 ALESSANDRO
 Sei tu la principessa?
 TAMIRI
 Son io.
 AGENORE
                Signor, non dubitarne; è dessa.
 TAMIRI
 Perdonare a' nemici
 sanno gli eroi; ma sollevarli al trono
790sanno sol gli Alessandri. Io dirti i moti,
 signor, non so, che per te sento in petto.
 Vincitor ti rispetto, eroe t'onoro,
 t'amo benefattor, nume t'adoro.
 ALESSANDRO
 È gran premio dell'opra
795render superbo un trono
 di sì amabil regina.
 TAMIRI
                                       Ancor nol sono.
 ALESSANDRO
 Ma sol manca un istante.
 TAMIRI
 Odi. Agenore amante
 la mia grandezza all'amor suo prepone;
800se alla grandezza mia posporre io debba
 un'anima sì fida,
 esamini Alessandro e ne decida.
 Quel che nel caso mio
 Alessandro faria far voglio anch'io.
 ALESSANDRO
805E tu sapesti amando... (Ad Agenore)
 AGENORE
                                            Odila; e vedi
 se usurpar dessi al trono
 un'anima sì bella.
 ALESSANDRO
                                    E tu sì grata (A Tamiri)
 dunque ti senti a lui...
 TAMIRI
                                           L'ascolta; e dimmi
 se merita un castigo
810tanta virtù.
 AGENORE
                        Ma, principessa, or ora
 lieta pur mi paresti
 del nuziale invito.
 TAMIRI
 No; ma tu mi credesti
 più ambiziosa che amante; io t'ho punito.
 ALESSANDRO
815Dei, qual virtù, qual fede!