L’eroe cinese, Vienna, van Ghelen, 1752

 SCENA IV
 
 ULANIA e poi LISINGA
 
 ULANIA
 Debole Ulania! I tuoi ritegni ha vinto
410alfine amor. Ma sì gran colpa è dunque
 render giustizia alla virtù? Celarmi
 dovevo almeno. E di celar l'amore
 l'arte dov'è? Fra i più felici ingegni
 se alcun l'ha ritrovata, ah me l'insegni.
 LISINGA
415Ulania. E in questo stato (Affannata)
 la germana abbandoni? Io mai non ebbi
 d'aiuto e di consiglio
 maggior bisogno. Ah tu non ami. Avresti
 maggior pietà, quando languir mi vedi.
 ULANIA
420Mi fai torto; ho pietà più che non credi.
 LISINGA
 Dunque m'assisti; io non son più capace
 di consigliar me stessa. In un istante
 bramo, ardisco, pavento;
 penso, scelgo, mi pento; e mentre in mille
425dubbi così m'involvo,
 mi confondo, mi stanco e non risolvo.
 ULANIA
 Odimi; io nel tuo caso
 tutto in un foglio al padre
 il mio cor scoprirei.
430Ei t'ama e tu non dei
 temer che de' tuoi giorni il corso intero
 voglia render funesto.
 LISINGA
                                           È vero, è vero. (Pensa e poi risoluta)
 Sì; tu fa' che a me venga
 il tartaro messaggio; ed io frattanto
435volo il foglio a vergar. (S’incammina)
 ULANIA
                                           Vado. (Fa lo stesso)
 LISINGA
                                                        Ah t'arresta. (Si ferma irresoluta)
 Pria che torni il messaggio
 chi mi difenderà? Vorrà Leango
 obbligarmi a compir...
 ULANIA
                                            Va' dunque a lui;
 parlagli; a tua richiesta
440gl'imenei differisca.
 LISINGA
                                        Andiamo... E quale (Va e s’arresta come sopra)
 della richiesta mia
 cagione ho da produr? Scoprirmi amante?
 È duro il passo. Ah se un motivo almeno...
 Ma dov'è mai Siveno; (Impaziente)
445perché non vien?
 ULANIA
                                   Di comparirti innanzi
 non ha più cor.
 LISINGA
                               Dunque il vedesti?
 ULANIA
                                                                    Il vidi.
 LISINGA
 Che ti disse? Che pensa?
 ULANIA
 Pensa a partir.
 LISINGA
                              Stelle! E perché?
 ULANIA
                                                               Paventa
 il suo dolore e il tuo. Né vuol più mai
450esporsi...
 LISINGA
                    E già partì? (Con anzietà)
 ULANIA
                                            Nol so.
 LISINGA
                                                           Nol sai? (Con isdegno)
 E questo... Olà; che tradimento! E questo
 barbara mi nascondi? Olà. Siveno (Compariscono due tartari)
 si cerchi, si raggiunga,
 si riconduca a me. (Partono i tartari)
 ULANIA
                                     Deh ti consola;
455forse...
 LISINGA
                Lasciami sola; (Come sopra)
 involati al mio sguardo.
 ULANIA
                                              Oh dio germana...
 LISINGA
 Germana! Ah questo nome
 non profanar. Nemica mia tu sei
 la più crudele. A quel tuo cor di sasso
460la natura non diede
 senso d'amor, d'umanità, di fede.
 ULANIA
 M'insulti a torto. In tante angustie anch'io
 mi perdo, mi confondo e rea non sono
 se tu nol sei. Barbara a me! Per lei
465di me stessa mi scordo; e questa è poi
 la mercé che mi dona!
 Resta, resta pur sola. (In atto di partire)
 LISINGA
                                          Ah no; perdona,
 perdona Ulania amata;
 mi fece vaneggiar la mia sventura.
470Va'; m'assisti, procura
 che non parta Siveno. Ah va'; ti muova
 il mio stato, il mio pianto.
 ULANIA
 Vado; ma tu non avvilirti intanto.
 
    Quando il mar biancheggia e freme,
475quando il ciel lampeggia e tuona,
 il nocchier che s'abbandona
 va sicuro a naufragar.
 
    Tutte l'onde son funeste
 a chi manca ardire e speme;
480e si vincon le tempeste
 col saperle tolerar. (Parte)