L’eroe cinese, Parigi, Quillau, 1755

 SCENA IV
 
 ULANIA e poi LISINGA
 
 ULANIA
 Debole Ulania! I tuoi ritegni ha vinto
 alfine amor. Ma sì gran colpa è dunque
 render giustizia alla virtù? Celarmi
 dovevo almeno. E di celar l'amore
410l'arte dov'è? Fra i più felici ingegni
 se alcun l'ha ritrovata, ah me l'insegni!
 LISINGA
 Ulania, e in questo stato (Affannata)
 la germana abbandoni? Io mai non ebbi
 d'aiuto e di consiglio
415maggior bisogno. Ah tu non ami! Avresti
 maggior pietà, quando languir mi vedi.
 ULANIA
 Mi fai torto; ho pietà più che non credi.
 LISINGA
 Dunque m'assisti; io non son più capace
 di consigliar me stessa. In un istante
420bramo, ardisco, pavento,
 penso, scelgo, mi pento; e mentre in mille
 dubbi così m'involvo,
 mi confondo, mi stanco e non risolvo.
 ULANIA
 Odimi. Io nel tuo caso
425tutto in un foglio al padre
 il mio cor scoprirei.
 Ei t'ama e tu non dei
 temer che de' tuoi giorni il corso intero
 voglia render funesto.
 LISINGA
                                           È vero, è vero. (Pensa e poi risoluta)
430Sì, tu fa' che a me venga
 il tartaro messaggio; ed io frattanto
 volo il foglio a vergar. (S’incamina)
 ULANIA
                                           Vado. (Fa lo stesso)
 LISINGA
                                                        Ah t'arresta. (Si ferma irresoluta)
 Pria che torni il messaggio
 chi mi difenderà? Vorrà Leango
435obbligarmi a compir...
 ULANIA
                                            Va' dunque a lui,
 parlagli; a tua richiesta
 gl'imenei differisca.
 LISINGA
                                        Andiamo... E quale (Va e s’arresta irresoluta)
 della richiesta mia
 cagione ho da produr? Scoprirmi amante?
440È duro il passo. Ah se un motivo almeno...
 Ma dove è mai Siveno? (Impaziente)
 Perché non vien?
 ULANIA
                                   Di comparirti innanzi
 non ha più cor.
 LISINGA
                               Dunque il vedesti?
 ULANIA
                                                                    Il vidi.
 LISINGA
 Che ti disse? Che pensa?
 ULANIA
445Pensa a partir.
 LISINGA
                              Stelle! E perché?
 ULANIA
                                                               Paventa
 il suo dolore e il tuo; né vuol più mai
 esporsi...
 LISINGA
                    E già partì? (Con ansietà)
 ULANIA
                                            Nol so.
 LISINGA
                                                           Nol sai? (Con isdegno)
 E questo... Olà. Che tradimento! E questo
 barbara mi nascondi? Olà, Siveno (Compariscono due tartari)
450si cerchi, si raggiunga,
 si riconduca a me. (Partono i tartari)
 ULANIA
                                     Deh ti consola;
 forse...
 LISINGA
                Lasciami sola; (Con isdegno)
 involati al mio sguardo.
 ULANIA
                                              Oh dio germana...
 LISINGA
 Germana! Ah questo nome
455non profanar. Nemica mia tu sei
 la più crudele. A quel tuo cor di sasso
 la natura non diede
 senso d'amor, d'umanità, di fede.
 ULANIA
 M'insulti a torto. In tante angustie anch'io
460mi perdo, mi confondo e rea non sono,
 se tu nol sei. Barbara a me! Per lei
 di me stessa mi scordo; e questa è poi
 la mercé che mi dona!
 Resta, resta pur sola. (In atto di partire)
 LISINGA
                                          Ah no; perdona,
465perdona, Ulania amata,
 mi fece vaneggiar la mia sventura.
 Va', m'assisti, procura
 che non parta Siveno. Ah va', ti muova
 il mio stato, il mio pianto.
 ULANIA
470Vado ma tu non avvilirti intanto.
 
    Quando il mar biancheggia e freme,
 quando il ciel lampeggia e tuona,
 il nocchier che s'abbandona
 va sicuro a naufragar.
 
475   Tutte l'onde son funeste
 a chi manca ardire e speme;
 e si vincon le tempeste
 col saperle tollerar. (Parte)