L’eroe cinese, Parigi, Hérissant, 1780

 SCENA VII
 
 LEANGO e SIVENO con manderini
 
 LEANGO
                                        Onde sì lieto? E dove
 t'affretti, o figlio?
 SIVENO
                                   a' piedi tuoi. (S’inginocchia e seco alcuni de’ suoi seguaci)
 LEANGO
                                                             Che fai?
230Sorgi. E voi che chiedete? (Agli altri)
 SIVENO
                                                   Il nostro, o padre,
 monarca in te.
 LEANGO
                              Figlio, ah che dici!
 SIVENO
                                                                  Alfine...
 LEANGO
 Sorgete o non v'ascolto. (Si levano)
 SIVENO
                                              Alfin corona
 i tuoi meriti il ciel. Di tanti regni,
 conservati da te, per te felici,
235pieni de' tuoi trofei,
 se fosti padre, imperadore or sei.
 LEANGO
 Come!
 SIVENO
                I duci, il Senato,
 i ministri del ciel, gli ordini tutti
 chiedon, signor, l'assenso tuo; l'esige
240il pubblico desio; del vuoto soglio
 lo dimanda il periglio;
 ed a nome d'ognun l'implora un figlio.
 LEANGO
 (Tu vorresti, o fortuna,
 di mia fé trionfar; no, la mia fede
245al tuo non cede insidioso dono
 e a farla vacillar non basta un trono).
 SIVENO
 Tu pensi, o padre!
 LEANGO
                                    E ne stupisci? Ah sai
 di che peso è un diadema e quanto sia
 difficile dover dare a' soggetti
250leggi ed esempi? Inspirar loro insieme
 e rispetto ed amore? A un tempo istesso
 esser giudice e padre,
 cittadino e guerrier? Sai d'un regnante
 quanti nemici ha la virtù? Sai come
255all'ozio, agli agi, alla ferocia alletta
 la somma podestà? Come seduce
 la lusinga e la frode
 che ogni fallo d'un re trasforma in lode?
 SIVENO
 Il so. Tu mi spiegasti
260di questo mare immenso
 tutti i perigli.
 LEANGO
                            Ed hai stupor s'io penso?
 SIVENO
 Quando esperto è il nocchiero...
 LEANGO
                                                            Andate, amici. (a’ manderini che ricevuto l’ordine partono)
 Si raccolga il Senato; ivi i miei grati
 sensi udirete. E tu frattanto al tempio
265sieguimi, o figlio. Ivi il gran nume adora
 e fausto il cielo a' miei disegni implora. (Misterioso)
 
    Nel cammin di nostra vita
 senza i rai del ciel cortese
 si smarrisce ogni alma ardita,
270trema il cor, vacilla il piè.
 
    A compir le belle imprese
 l'arte giova, il senno ha parte;
 ma vaneggia il senno e l'arte,
 quando amico il ciel non è. (Parte)