L’eroe cinese, Parigi, Hérissant, 1780

 SCENA II
 
 ULANIA e detti
 
 SIVENO
                                               Da queste sponde
 ah lasciami fuggir. (Vuol fuggir di mano a Minteo) M'eran sì care;
330orribili or mi sono. Ah principessa, (S’incontra in Ulania)
 conosci fra' mortali
 uno al par di Siveno
 sfortunato mortal? Dov'è Lisinga?
 Seppe il caso infelice?
335Come sta? Che ne dice?
 ULANIA
                                              Al colpo acerbo
 istupidì.
 SIVENO
                   Tutto è finito. Un sogno
 fur le speranze mie. Quel cor, quel volto,
 quella man che mi diede,
 oh dio! d'altri sarà.
 ULANIA
                                      Nol credo.
 SIVENO
                                                           E come?
 ULANIA
340A costo d'un impero ella è capace
 d'esser fedel. So come t'ama; ed io
 ben conosco il suo cor.
 SIVENO
                                           Ma ignori il mio.
 Soffrir che, nata al soglio, ella discenda
 fra i sudditi per me! D'un ben sì grande
345fraudar la patria mia! Torre all'impero
 chi può farlo felice! Ah non sia vero.
 Io non sono a tal segno
 e vile amante e cittadino indegno.
 ULANIA
 E qual altro riparo?
 SIVENO
350Fuggir.
 MINTEO
                 Ma dove?
 ULANIA
                                     E a che?
 SIVENO
                                                       Dove non abbia
 ritegni il mio martire,
 a lagnarmi, a languire,
 a piangere, a morir.
 MINTEO
                                       Senti. E Lisinga
 lasci così?
 ULANIA
                      Pria di partir l'ascolta.
 MINTEO
355Vedila almeno.
 SIVENO
                               Ah che mi dite! Ah troppo,
 troppo il suo affanno accrescerebbe il mio.
 Sugli occhi io le morrei nel dirle addio.
 
    Il mio dolor vedete;
 ditele il mio dolore.
360Ditele... Ah no, tacete,
 non lo potrà soffrir.
 
    Del tenero suo core
 deh rispettate il duolo.
 Voglio morir; ma solo
365lasciatemi morir. (Parte)