Il Siroe, Venezia, Bettinelli, 1733

 SCENA II
 
 SIROE, poi EMIRA sotto nome d’Idaspe
 
 SIROE
 Come quel di Laodice
 potessi almen lo sdegno
640placar dell'idol mio.
 EMIRA
                                       Fermati indegno.
 SIROE
 Ancor non sei contenta?
 EMIRA
 Ancor pago non sei?
 SIROE
                                        Forse ritorni
 ad insultar un misero innocente?
 EMIRA
 Vai forse al genitore
645a palesar quel che taceva il foglio?
 SIROE
 Quel foglio in che t'offese? Io son creduto
 reo del delitto e mel sopporto e taccio.
 EMIRA
 Ed io, crudel, che faccio
 qualor t'insulto? Assicurar procuro
650Cosroe della mia fé, più per tuo scampo
 che per la mia vendetta.
 SIROE
                                               Ah dunque, o cara,
 fa' più per me. Perdona al padre o almeno
 se brami una vendetta, apri il mio seno.
 EMIRA
 Io confonder non so Cosroe col figlio.
655Odio quello, amo te, vendico estinto
 il proprio genitore.
 SIROE
                                      E il mio, che vive,
 per legge di natura anch'io difendo.
 Sempre della vendetta
 più giusta è la difesa.
 EMIRA
660La generosa impresa
 dunque tu siegui, io seguirò la mia.
 Ma sai però qual sia
 il debito d'entrambi? A noi, che siamo
 figli di due nemici,
665è delitto l'amor, dobbiamo odiarci.
 Tu devi il mio disegno
 scoprir a Cosroe, io prevenir l'accusa.
 Tu scorgere in Emira il più crudele
 implacabil nemico, in Siroe io deggio
670abborrir d'un tiranno il figlio indegno.
 Cominci in questo punto il nostro sdegno. (In atto di partire)
 SIROE
 Mio ben, t'arresta.
 EMIRA
                                     Ardisci
 di chiamarmi tuo bene? Unir pretendi
 il fido amante ed il crudel nemico
675e ti mostri a un istante
 debol nemico ed infedele amante.
 SIROE
 A torto l'amor mio...
 EMIRA
                                        Taci, l'amore
 è nell'odio sepolto.
 Parlami di furore,
680parlami di vendetta ed io t'ascolto.
 SIROE
 Dunque così degg'io?...
 EMIRA
 Sì, scordarti d'Emira.
 SIROE
                                          Emira, addio.
 Mi vuoi reo, mi vuoi morto,
 t'appagherò. Del tradimento al padre
685vado a scoprirmi autor; la tua fierezza
 così sarà contenta. (In atto di partire)
 EMIRA
 Sentimi, non partir.
 SIROE
                                        Che vuoi ch'io senta?
 Lasciami alla mia sorte.
 EMIRA
                                              Odi, non giova
 né a me né a Cosroe il farti reo.
 SIROE
                                                           Ma basta
690per morir innocente. Ascolta; alfine
 son più figlio che amante; a me non lice
 e vivere e tacer. Tutto palese
 al genitor farò, quando non posso
 toglierlo in altra guisa al tuo furore.
 EMIRA
695Va' pur, va' traditore,
 accusami o t'accusa, a tuo dispetto
 il contrario io farò, vedrem di noi
 chi troverà più fede. (Vuol partire)
 SIROE
 Il mio sangue si chiede,
700barbara, il verserò. L'animo acerbo
 pasci nel mio morir. (Cava la spada)