Nitteti, Torino, Reale, 1757

 SCENA II
 
 AMENOFI, poi NITTETI e BEROE entrambe in abito pastorale fra guardie
 
 AMENOFI
 Oh come, amor tiranno,
 confondi i sensi e la ragion disarmi!
60Ma... Quai ninfe! Qual armi! Oh dei! Nitteti!
 D'Aprio la figlia! Il mio tesoro! Ah donde
 donna real? Che fu? Perché d'armati
 cinta così?
 NITTETI
                       Nol so. Vittima io vengo
 forse del nuovo re. Dal bosco, in cui
65io m'ascondea da lui, qui tratta a forza
 son con l'ospite mia.
 AMENOFI
                                        No; t'assicura.
 Amasi non trascorre a questi eccessi.
 BEROE
 (Dalmiro almen potessi
 del mio caso avvertir).
 AMENOFI
                                            Di questa schiera
70qual è il duce e dov'è?
 NITTETI
                                           Bubaste ha nome;
 va incontro al re.
 AMENOFI
                                  Raggiungerollo. Or ora
 in libertà sarai. Ne son sicuro.
 BEROE
 (Le smanie di Dalmiro io mi figuro).
 NITTETI
 Prence, la prima prova
75del tuo bel cor questa non è. Son grata,
 conosco...
 AMENOFI
                     Ah no; non mi conosci. Io sempre...
 Sappi... Tu sei... Sperai... (Barbaro amore,
 tu m'annodi la lingua al par del core).
 
    Se il labbro nol dice,
80ti parla il sembiante
 d'amico costante,
 di servo fedel,
 
    che farsi palese
 almen con l'imprese
85per esser felice
 sol brama dal ciel. (Parte)