Nitteti, Torino, Reale, 1757

 SCENA X
 
 BEROE, poi SAMMETE
 
 BEROE
 Misera, ah qual novella, ah qual mi stringe
 gelida mano il cor! No; più funeste
400l'ore a morir vicine...
 SAMMETE
 Beroe, idol mio, pur ti raggiungo alfine. (Allegro molto)
 BEROE
 (Che giubbilo crudel!)
 SAMMETE
                                            Di mia tardanza
 colpa non ho. Presso a Nitteti il padre
 finor mi volle.
 BEROE
                             (Ah questo è troppo! Ostenta
405in faccia mia l'infedeltà).
 SAMMETE
                                                Tu piangi!
 Perché? Che avvenne, anima mia?
 BEROE
                                                                 Ma basta;
 prence, signor, non insultarmi. Assai
 mi rendesti infelice.
 Ah per pietà, se la conosci, imponi
410che del Nil mi trasporti
 un piccol legno all'altra sponda. Almeno
 nell'albergo natio
 lungi dagli occhi tuoi morir vogl'io.
 SAMMETE
 Come? Partir! Lasciarmi!
415Bramar la morte! Io che ti feci? Ah parla;
 non m'uccider così, Beroe vezzosa.
 BEROE
 Dalla novella sposa
 con quel volto sereno
 mi torni innanzi? E l'idol tuo mi chiami?
420E pretendi... E non vuoi...
 SAMMETE
 Se intendo i detti tuoi, m'atterri, o cara,
 un fulmine del ciel.
 BEROE
                                      Che! Non dicesti
 tu stesso or or che per voler del padre
 a Nitteti...
 SAMMETE
                      A Nitteti
425mi vuol servo e non sposo
 il padre mio. Qual mentitor ti venne
 a recar tai novelle?
 BEROE
                                     Un che si vanta
 tuo vero amico; e di Dalmiro il nome
 meco ti diè.
 SAMMETE
                         Stelle! Amenofi? Ah dunque (Si turba)
430fola non è. Ma si spiegò? Ti disse
 onde il sapea?
 BEROE
                             No; ma parlò sicuro.
 SAMMETE
 Nulla, ben mio, lo giuro
 ai numi, a te, del minacciato nodo
 nulla seppi finora; e ingiusta sei,
435se mi temi incostante.
 BEROE
 Vuoi che non tema e mi conosci amante?
 SAMMETE
 No; temer tu non dei. Tuo mi promisi
 e tuo, Beroe, io sarò.
 BEROE
                                        Ma come al cenno
 d'un padre opporti?
 SAMMETE
                                        Io so per me qual sia
440del genitor la tenerezza. Ah lascia,
 lasciane a me tutta la cura. Ah solo
 di' se in fronte una volta il cor mi vedi,
 se sei tranquilla e se fedel mi credi.
 BEROE
 
    Sì, ti credo, amato bene,
445son tranquilla e in quella fronte
 veggo espresso il tuo bel cor.
 
 SAMMETE
 
    Se mi credi, amato bene,
 d'ogni rischio io vado a fronte
 né tremar mi sento il cor.
 
 BEROE
 
450   Non lasciarmi, o mio tesoro.
 
 SAMMETE
 
 Tutta in pegno hai la mia fé.
 
 A DUE
 
    Ah sovvengati ch'io moro,
 se il destin t'invola a me.
 
    Compatite il nostro ardore,
455voi bell'alme innamorate,
 e il poter d'un primo amore
 ricordatevi qual è. (Partono da diversi lati)
 
 Fine dell’atto primo