Nitteti, Torino, Reale, 1757

 SCENA V
 
 AMENOFI solo
 
 AMENOFI
 Ah proteggete, o numi,
 questo re, questo regno. Ubbidienza
1035inspirate a Sammete; e sposo... Oh dio!
 Nitteti perderei.
 Come! E gli affetti miei faran contrasto
 al voto di ragion? No; sono amante
 ma sì debol non sono.
1040Della ragion col dono il ciel distinse
 gli uomini dalle fiere; e sì geloso
 del dono io son che risentir lo voglio
 in quegl'impeti ancora
 che alle fiere ho comuni. Uom che si scorda
1045del privilegio suo, qualor lo sproni
 o l'amore o lo sdegno,
 è ingrato al cielo e d'esser fiera è degno.
 
    Sì, mio core, intendo, intendo;
 tu contrasti e ti lamenti;
1050tu sospiri e mi rammenti
 la tua cara servitù.
 
    No, mio cor, fra' tuoi martiri
 che sospiri io non contendo,
 purché siano i tuoi sospiri
1055un trofeo della virtù. (Parte)