Nitteti, Parigi, Hérissant, 1781

 SCENA IV
 
 AMASI e BEROE
 
 BEROE
 (Tremo da capo a piè). (Timida e confusa)
 AMASI
                                             T'appressa. (Esaminandola fissamente ma senza sdegno)
 BEROE
                                                                    (Oh dio!)
 AMASI
 Parla. Chi sei?
 BEROE
                              Qual vedi,
 un'umil pastorella.
 AMASI
 Il nome?
 BEROE
                    È Beroe.
 AMASI
                                      Ove nascesti?
 BEROE
                                                                 Io nacqui
510colà fra quelle selve
 che adombrano del Nil l'opposta sponda.
 AMASI
 Qual ventura a Sammete
 nota ti rese?
 BEROE
                          In rozze lane avvolto,
 fra le nostre festive
515danze innocenti io non so quale il trasse
 curioso desio. Mi vide; il vidi;
 si protestò pastore;
 mi favellò d'amore;
 mi piacque, l'ascoltai;
520dimandò la mia fede; io la giurai.
 AMASI
 Stelle, la fede tua! Sposa tu sei? (Con premura)
 BEROE
 No, mio re; ma promisi
 d'esserla un dì.
 AMASI
                               (Respiro).
 BEROE
 Sol Sammete in Dalmiro
525oggi, che in ricche spoglie
 nella reggia ei s'offerse agli occhi miei,
 alfin conobbi e di morir credei.
 AMASI
 Come tu nella reggia?
 BEROE
                                           I tuoi guerrieri
 mi trasser con Nitteti.
 AMASI
                                           Or odi. Io scuso, (Con umanità)
530Beroe, la tua semplicità; ma pensa
 ch'or tuo dovere...
 BEROE
                                    Il mio dover, signore,
 purtroppo io so. Non me ne scemi il merto
 l'eseguirlo per cenno. A regie nozze
 l'aspirar saria colpa; io ti prometto
535che rea non diverrò. Scacciar Sammete
 dovrei dal core, il so, mio re; ma questo
 non posso offrir; t'ingannerei; conosco
 che l'amerò finch'io respiri. Ah forse
 t'offende l'amor mio. Deh non turbarti;
540sarà breve l'offesa. Io già mi sento
 morir d'affanno. Oh avventurosa morte! (Piangendo)
 ove per lei riposo
 abbian Nitteti, il regno,
 figlio sì caro e genitor sì degno.
 AMASI
545Giusti dei, qual favella! (Sorpreso)
 Ma sei tu pastorella? Ove apprendesti
 a spiegarti, a pensar? Quanto han le reggie
 di grande, di gentil, quanto han le selve
 d'innocenza e candor congiunto io trovo
550mirabilmente in te. Deh non celarti;
 chi sei? Chi t'educò?
 BEROE
                                         Qualunque io sono,
 d'Inaro il padre mio deggio alla cura.
 AMASI
 E ha saputo un pastor...
 BEROE
                                              Sempre ei pastore,
 signor, non fu. Visse già d'Aprio in corte
555ed è lo stato suo scelta e non sorte.
 AMASI
 Ah perché mai non sono
 arbitro ancor del mio voler! Qual altra
 più degna sposa al figlio mio... Ma voglio
 almen, quanto a me lice,
560farti, o Beroe, felice. A tuo talento
 impiega i miei tesori;
 chiedi grandezze, onori; un degno sposo
 fra' miei più cari e più sublimi amici
 scegli a tua voglia...
 BEROE
                                      Ah giusto re, che dici?
565Io promettermi ad altri! Ogni promessa
 sarebbe un tradimento.
 AMASI
 Ma se resta a Sammete
 speranza ancor...
 BEROE
                                  Non resterà. Ti puoi
 di me fidar; né troppo,
570signor, Beroe presume;
 darà di sé mallevadore un nume.
 AMASI
 Come?
 BEROE
                 Ad Iside offrirmi e fra le sacre
 vergini sue ministre il resto io voglio
 de' miei giorni celar. Là, sempre intesa
575ad implorar la vostra,
 farò la mia felicità. Divisa
 da chi solo adorai, perch'ei t'imiti,
 perché un giorno ei divenga
 un eroe qual tu sei,
580stancherò co' miei voti almen gli dei.
 AMASI
 Ah Beroe! Ah figlia! Io fuor di me mi sento (Con trasporto di tenerezza)
 di stupor, di contento,
 di tenerezza e di pietà. Chi mai
 vide fiamma più pura?
585Chi virtù più sicura?
 Chi più candido cor? Sammete, ah vieni. (Vedendo Sammete)