Il trionfo di Clelia, Vienna, van Ghelen, 1762

 SCENA V
 
 CLELIA furibonda e detti
 
 CLELIA
 Fra qual gente o Porsenna, ove son io?
560Son fra' Toscani o fra gli Sciti? È noto
 il sacro delle genti
 comun dritto fra voi? Fra voi l'inganno
 gloria o viltà si crede?
 V'è idea fra voi d'umanità, di fede?
 PORSENNA
565Qual fantasma improvviso
 t'agita o Clelia? Onde quell'ira?
 CLELIA
                                                            E come
 tranquilla spettatrice
 soffrir degg'io che d'una tregua ad onta,
 che me pegno fra voi Roma si vegga
570empiamente assalita? E non è reo
 di nero tradimento
 chi macchinò tal frode?
 PORSENNA
                                             È reo d'ingiusta
 temerità chi noi
 può crederne capaci.
 CLELIA
575Assai parlan gli effetti.
 PORSENNA
                                            E gli occhi tuoi
 testimoni ne son?
 CLELIA
                                    No; ma purtroppo
 all'orecchio mi giunse.
 PORSENNA
                                            E sulla fede
 d'un incerto romor tu noi condanni?
 CLELIA
 È l'avviso...
 PORSENNA
                        È fallace.
 CLELIA
580Il tuo duce...
 PORSENNA
                          Io conosco.
 CLELIA
 E pur...
 PORSENNA
                 Clelia ah non più. Per ora al troppo
 credulo sesso, al giovanile ardore,
 della patria all'amore,
 bello ancor quando eccede, i tuoi perdono
585mal consigliati impetuosi detti;
 ma in avvenir rifletti
 che ad altri ancor la propria gloria è cara;
 e a giudicar con più lentezza impara.
 
    Sol del Tebro in su la sponda
590non germoglia un bell'orgoglio;
 d'alme grandi al Campidoglio
 sol cortese il ciel non fu.
 
    Altre piagge il sol feconda;
 v'è chi altrove il giusto onora;
595scalda i petti altrove ancora
 qualche raggio di virtù. (Parte)