Il trionfo di Clelia, Vienna, van Ghelen, 1762

 SCENA VIII
 
 ORAZIO con seguito e detti
 
 ORAZIO
 Del pacifico patto
 violato da voi Porsenna io vengo
1000a dimandar ragione. Al re toscano
 Roma or qui parlerà sul labbro mio.
 Se tu, che nol cred'io,
 fosti dell'opra ingiusta autore o guida,
 la guerra a rinnovar Roma ti sfida.
1005S'altri mancò di fede,
 il reo, qualunque sia, Roma ti chiede.
 TARQUINIO
 (Oimè!)
 PORSENNA
                   Questo linguaggio
 strano Orazio è per me. Da voi difese
 non accuse aspettai. Che vuol quel fasto?
1010È insania, arte o disprezzo? Ah non sperate
 ch'io soffra ognor deluso
 questo di mia clemenza ingrato abuso.
 TARQUINIO
 (Che sarà!)
 ORAZIO
                        Noi difese?
 Chi fallì si difenda;
1015la meritata attenda
 ira del ciel vendicatrice; e tremi...
 PORSENNA
 Gli dei non insultar; fur già da voi
 vilipesi abbastanza.
 ORAZIO
 Quando?
 PORSENNA
                    Quando a dispetto
1020della giurata fede
 veniste ad assalirne.
 ORAZIO
                                        Ad assalirvi!
 Chi?
 TARQUINIO
             Voi.
 ORAZIO
                       Noi! Di traditi
 divenghiam traditori?
 TARQUINIO
                                            Eh qui non giova
 simular meraviglia. A me sul ponte
1025di', non t'offristi armato? A che furtivo
 passar sull'altra sponda?
 ORAZIO
                                               Ai vostri oppormi
 rei disegni io dovea.
 TARQUINIO
                                        Chi di codesti
 disegni imaginati
 il delator fu mai?
 ORAZIO
                                   De' tradimenti
1030un'anima nemica; è fausto in cielo
 qualche nume al mio zelo.
 TARQUINIO
                                                  Ogni malvagio
 per solenne costume
 sempre ha de' falli suoi complice un nume.
 ORAZIO
 Tanto un Tarquinio!
 PORSENNA
                                        E ben, se i rei siam noi
1035produci il nostro accusator.
 ORAZIO
                                                    Non posso
 senza farmi spergiuro.
 PORSENNA
                                            Il fatto adunque
 Orazio vi condanna.
 ORAZIO
                                       È ver; ma l'armi
 ne assolveran, se a me non credi. I nostri
 ostaggi intanto a noi sian resi.
 PORSENNA
                                                         Il dritto
1040di chiederli perdeste.
 TARQUINIO
                                          Un nuovo è questo
 artificio o signor. Già Clelia è in Roma.
 PORSENNA, ORAZIO
 Come!
 TARQUINIO
                Larissa ed io del suo tragitto
 fummo or or spettatori.
 ORAZIO
                                              Oh stelle!
 TARQUINIO
                                                                  Or quale
 di loro intelligenza
1045brami altra prova?
 PORSENNA
                                     Ah questo è troppo!
 ORAZIO
                                                                           E pure
 di nostra fé...
 PORSENNA
                           Basta. Ho sofferto assai
 quel colpevole orgoglio.
 Va'; torna a Roma; e di' che guerra io voglio.
 ORAZIO
 L'avrai; ma trema. Assai tremar doveste
1050quand'era al valor nostro unico sprone
 l'amor di libertà; quai nuovi or pensa
 di vendetta e d'onor stimoli aggiunga
 l'inganno, il tradimento,
 la calunnia, l'insulto. A Roma, oh stelle!
1055perfidie attribuir! Violatrice
 Roma de' giuramenti!
 Dei che foste presenti
 a' sacri patti, è vostro il torto; a voi
 consacro il traditor. Vieni o Porsenna,
1060venga l'Etruria; anzi la terra tutta
 s'affretti pur contro di noi. Quai sono
 ragion, giustizia armi tremende in guerra
 tutta da Roma imparerà la terra.
 
    De' folgori di Giove
1065Roma pugnando al lampo
 trarrà compagni in campo
 tutti gli dei con sé.
 
    Sarà per tutto altrove
 a' posteri d'esempio
1070il memorando scempio
 di chi tradì la fé. (Parte)