Il trionfo di Clelia, Parigi, Hérissant, 1781

 SCENA III
 
 CLELIA e detto
 
 CLELIA
 Chi mai finora intese
 più enorme scelleraggine e più rea!
 ORAZIO
 Che avvenne?
 CLELIA
                             Ah! Roma in breve
 de' perfidi nemici
455fia misero trofeo.
 ORAZIO
                                   Come!
 CLELIA
                                                  A dispetto
 della giurata fede
 van gli empi ad assalirla.
 ORAZIO
                                                (Oimè, sarebbe
 l'offerto patto mai
 un fraudolento inganno?)  Onde il sapesti?
 CLELIA
460Da Mannio.
 ORAZIO
                         Eterni dei! (Pensoso)
 CLELIA
 È sicuro l'avviso;
 non dubitar del tradimento orrendo.
 ORAZIO
 Ah tardi or di Tarquinio io l'arti intendo.
 Addio. (Risoluto dopo aver alquanto pensato)
 CLELIA
                 Dove?
 ORAZIO
                                A Porsenna.
 CLELIA
                                                        E chi difende
465la patria intanto?
 ORAZIO
                                   È ver. Tu corri a lui;
 a Roma io volo. (In atto di partire)
 CLELIA
                                E per qual via? Ci parte
 da quella il fiume; ed occupa il nemico
 l'unico angusto ponte.
 ORAZIO
                                           Aprirmi il passo
 saprò col ferro. (Come sopra)
 CLELIA
                               Ah no, ti perdi e Roma
470così non salvi.
 ORAZIO
                             Un solitario varco (Pensa un istante)
 dunque si cerchi altrove.
 CLELIA
                                                E quale avrai
 nel varco periglioso
 istromento e sostegno?
 ORAZIO
 Qualunque, un palischermo, un tronco, un ramo,
475tutto è bastante; e, s'ogn'inchiesta è vana,
 l'invitto all'altra sponda
 genio roman mi porterà per l'onda. (In atto di partire)
 CLELIA
 Odi. E degg'io fra questi
 perfidi rimaner?
 ORAZIO
                                  Sì; fin ad ora
480immaturo è il lor fallo e il tuo sarebbe
 nella fuga eseguito, onde potresti
 tu della rotta fede
 parer la prima rea. Dee chi si sente
 un cor romano in petto
485evitar della colpa anche il sospetto.
 Addio. (In atto di partire)
 CLELIA
                 Sentimi.
 ORAZIO
                                    Ah lascia,
 Clelia, che al mio dover...
 CLELIA
                                                Sì, va'; ti cedo
 volentieri alla patria. A lei consacra
 e la mente e la man; ma non scordarti
490né di te né di me. Non già il nemico,
 tu mi fai palpitar. So ben fin dove
 spinger ti può quel che ti bolle in seno
 vasto incendio d'onore. Oh dio, rammenta
 che tuo tutto non sei, (Piange)
495che i tuoi rischi son miei, che sol dipende
 dalla tua la mia vita,
 che comune è il dolor d'ogni ferita.
 ORAZIO
 Sposa... io so... (Da quel pianto
 difendetemi, o dei). Sposa... tu... Roma...
500Addio. (In atto di partire)
 CLELIA
                 Così mi lasci?
 E forse, oh dio, per sempre?
 ORAZIO
                                                      Ah coi nemici,
 Clelia, non congiurar. Di molli affetti
 tempo or non è. Compiamo
 entrambi il dover nostro;
505gli dei curino il resto. Addio. Ti lascio
 fra l'insidie, lo so; ma Clelia assai
 conosco e son tranquillo. Andar mi vedi
 a sfidar mille rischi, è ver; ma sai
 quale ai Romani inspiri
510vigor la patria e assicurar ti dei.
 Per qual ragion dobbiamo
 palpitar l'un per l'altro? Ah no, non soffra
 tale insulto da noi quel che distingue
 i figli di Quirino ardir natio;
515io ti fido al tuo cor, fidami al mio.
 CLELIA
 
    Sì, ti fido al tuo gran core.
 Va', combatti, amato bene,
 e ritorna vincitor.
 
 ORAZIO
 
    Sì, ti fido al tuo bel core;
520e il valor che or te sostiene
 è sostegno al mio valor.
 
 CLELIA
 
    Parti.
 
 ORAZIO
 
                 Addio.
 
 CLELIA
 
                                Morir mi sento.
 
 ORAZIO
 
 Ah ricordati chi sei.
 
 A DUE
 
 Proteggete, amici dei,
525tanto amore e tanta fé.
 
    Quando accende un nobil petto,
 è innocente, è puro affetto,
 debolezza amor non è. (Partono)