Il trionfo di Clelia, Parigi, Hérissant, 1781

 SCENA V
 
 CLELIA furibonda e detti
 
 CLELIA
 Fra qual gente, o Porsenna, ove son io?
560Son fra' Toscani o fra gli Sciti? È noto
 il sacro delle genti
 comun dritto fra voi? Fra voi l'inganno
 gloria o viltà si crede?
 V'è idea fra voi d'umanità, di fede?
 PORSENNA
565Qual fantasma improvviso
 t'agita, o Clelia? Onde quell'ira?
 CLELIA
                                                             E come
 tranquilla spettatrice
 soffrir degg'io che, d'una tregua ad onta,
 che, me pegno fra voi, Roma si vegga
570empiamente assalita? E non è reo
 di nero tradimento
 chi macchinò tal frode?
 PORSENNA
                                             È reo d'ingiusta
 temerità chi noi
 può crederne capaci.
 CLELIA
575Assai parlan gli effetti.
 PORSENNA
                                            E gli occhi tuoi
 testimoni ne son?
 CLELIA
                                    No; ma purtroppo
 all'orecchio mi giunse.
 PORSENNA
                                            E su la fede
 d'un incerto romor tu noi condanni?
 CLELIA
 È l'avviso...
 PORSENNA
                        È fallace.
 CLELIA
580Il tuo duce...
 PORSENNA
                          Io conosco.
 CLELIA
 E pur...
 PORSENNA
                 Clelia, ah non più. Per ora al troppo
 credulo sesso, al giovanile ardore,
 della patria all'amore,
 bello ancor quando eccede, i tuoi perdono
585mal consigliati impetuosi detti;
 ma in avvenir rifletti
 che ad altri ancor la propria gloria è cara
 e a giudicar con più lentezza impara.
 
    Sol del Tebro in su la sponda
590non germoglia un bell'orgoglio,
 d'alme grandi al Campidoglio
 sol cortese il ciel non fu.
 
    Altre piagge il sol feconda;
 v'è chi altrove il giusto onora;
595scalda i petti altrove ancora
 qualche raggio di virtù. (Parte)