Romolo ed Ersilia, Vienna, van Ghelen, 1765

 SCENA PRIMA
 
  Gran piazza di Roma circondata di pubbliche e private fabbriche in parte non ancor terminate ed in parte adombrate ancora da qualche albero frapposto. Campidoglio in faccia selvaggio pur anche ed incolto con ara ardente innanzi alla celebre annosa quercia consagrata a Giove sulla cima del medesimo, donde per doppia spaziosa strada si discende sul piano. L’ara, la quercia, il monte, gli alberi e gli edifici tutti della gran piazza suddetta sono vagamente guarniti di festoni di fiori capricciosamente disposti per solennizzar le nozze de’ giovani romani e delle donzelle sabine.
 
 Il basso della scena è tutto ingombrato di guerrieri, di littori e di popolo spettatore; e mentre allo strepito de’ festivi stromenti, che accompagnano il seguente coro, vanno scendendo gli sposi per le varie strade del colle ed intrecciando poi allegra danza sul piano, ROMOLO con ERSILIA per una via, OSTILIO con VALERIA per l’altra vengono seguitando lentamente la pompa; e non rimane sull’alto che il numeroso stuolo de’ sacerdoti intorno all’ara di Giove
 
 CORO
 
    Sul Tarpeo propizie e liete
 dall'Olimpo oggi scendete
 d'imenei così felici
 protettrici deità.
 
 PARTE DEL CORO
 
5   Tu propaga o dio dell'armi
 il valor, gli eroici ardori,
 la virtù de' genitori
 nella prole che verrà.
 
 TUTTO IL CORO
 
    Dall'Olimpo oggi scendete
10protettrici deità.
 
 PARTE DEL CORO
 
    Dea che provida e feconda
 dell'età l'ingiurie emendi,
 l'alme annoda, i cori accendi
 d'amorosa fedeltà.
 
 TUTTO IL CORO
 
15   Dall'Olimpo oggi scendete
 protettrici deità.
 
 PARTE DEL CORO
 
    Piante eccelse innesti amore;
 e produca amico il fato
 dall'innesto sospirato
20la comun felicità.
 
 TUTTO IL CORO
 
    Sul Tarpeo propizie e liete
 dall'Olimpo oggi scendete
 d'imenei così felici
 protettrici deità.
 
 ROMOLO
25Eccovi alfine o belle
 de' vostri vincitori
 vincitrici adorate, eccovi spose,
 eccovi nostre. Ah già che il ciel vi rese
 d'un impero nascente
30le più care speranze, ah con noi fate
 dolce cambio d'affetti. A far di voi
 il prezioso acquisto
 non servì già di sprone
 al romano ardimento
35odio, vendetta o giovanil talento.
 Si evitò di perir; cangiar del sangue
 coi vincoli si volle
 gli sdegni in amistà. Voi lo sapete,
 che accolte in casto asilo,
40fra pudiche matrone,
 in custodia de' numi, or vinte alfine
 dal rispettoso invito,
 volontarie compiste il sacro rito.
 Né questi già sdegnate
45d'un popolo guerrier principi umili.
 Il ciel non ha prescritti
 limiti alla virtù. Quel Campidoglio
 or selvaggio ed ignoto
 chi sa qual nome un dì sarà. Di vaste
50speranze ho pieno il cor. Siatene a parte
 voi già romane; e rivolgendo in mente
 l'amor presente ed i trofei futuri,
 secondate amorose i grandi auguri. (Nel tempo della seguente replica del coro partono danzando gli sposi)
 CORO
 
    Sul Tarpeo propizie e liete
55dall'Olimpo oggi scendete
 d'imenei così felici
 protettrici deità.