Romolo ed Ersilia, Vienna, van Ghelen, 1765

 SCENA III
 
 ERSILIA sola
 
 ERSILIA
460Dove m'ascondo? Ah queste
 mal meritate lodi all'alma mia
 son rimproveri acerbi. Ersilia, e soffri
 che un genitore ammiri
 la virtù che non hai? Che a questo segno
465t'applaudisca, t'onori,
 t'ami ingannato e di rossor non mori?
 Né tua ragion si scuote
 agli elogi paterni? E a meritarli
 non ti senti valor! L'avrei fuggendo;
470ma di Romolo a fronte
 oh dio non m'assicuro;
 per prova io so quanto il cimento è duro. (Siede)
 Dunque sarà l'amarlo
 per me necessità? Dunque a me sola
475dell'arbitrio natio sarà dal cielo
 la libertà negata? Ah no. Ripiglia
 Ersilia il fren de' contumaci affetti
 che incauta abbandonasti. Una verace
 risoluta virtù non trova impresa
480impossibile a lei. Sì, non pavento
 già qualunque cimento; anzi più grande
 fa più bello il trionfo. I miei finora
 mal sofferti deliri ecco abbandono,
 del mio voler signora
485esser deggio, lo posso, il voglio, e sono.
 Dov'è Romolo, Ostilio? (Si alza risoluta)