Romolo ed Ersilia, Torino, Reale, 1768

 SCENA IV
 
 VALERIA ed OSTILIO
 
 OSTILIO
 Adorata Valeria,
 soffri ch'io lo confessi; invidio il fato
 di chi l'omaggio ottiene
 di lagrime sì belle.
 VALERIA
                                     Ostilio, ah parti.
890Un di mia debolezza
 spettator, qual tu sei,
 mi fa troppo arrossir.
 OSTILIO
                                          Sono i tuoi cenni
 leggi per me. Ma sappi
 che il tuo dolore io non condanno; e forse,
895s'io ti scoprissi in seno
 più duro il cor, mi piaceresti meno.
 
    Fra quelle tenere
 dolenti stille,
 che i raggi adombrano
900di tue pupille,
 traluce il merito
 del tuo bel cor.
 
    E quel vezzoso
 volto pietoso
905si fa più amabile
 nel suo dolor. (Parte)