Il Ruggiero o vero L’eroica gratitudine, Parigi, Hérissant, 1781

 SCENA IV
 
 CLOTILDE e detti
 
 CLOTILDE
                      Bradamante,
 Cesare a sé ti chiama.
 BRADAMANTE
                                           Oimè! Che chiede?
 CLOTILDE
930Che a liberar tua fede
 venghi col don della tua destra.
 BRADAMANTE
                                                           E tanto
 perché s'affretta il mio supplicio? Ai rei
 spazio pur si concede
 di respirar.
 RUGGIERO
                        Ma il differir che giova
935ciò ch'evitar non puossi? In che più speri?
 BRADAMANTE
 Nel mio dolor che intanto
 forse m'ucciderà.
 RUGGIERO
                                   No, Bradamante,
 così deboli affetti
 non son degni di te. La fronte invitta
940mostra al destin. Va' risoluta; adempi
 nel tempo stesso il tuo dovere e il mio;
 addio, mia vita.
 BRADAMANTE
                                Oh doloroso addio! (S’incammina piangendo e s’arresta)
 CLOTILDE
 (Quanta pietà mi fanno!)
 RUGGIERO
                                                 Or perché mai
 s'arresta il piè già mosso?
945Perché non parti?
 BRADAMANTE
                                    Oh dio, Ruggier! Non posso. (Si getta a sedere)
 RUGGIERO
 Ah sì, vinci te stessa; a' piedi tuoi (S’inginocchia)
 l'implora il tuo Ruggier. Questo l'ottenga
 ultimo di mia fé tenero pegno
 che imprime il labbro mio
950su la tua man. (Le bacia la mano)
 BRADAMANTE
                              Ma come mai, ma come
 esser può questo il tuo voler?
 RUGGIERO
                                                       Sì; questo
 è debito, è ragione,
 è preghiera, è consiglio. E se fu vero
 quell'assoluto impero
955che un dì sul tuo bel core ottenni amando,
 luce degli occhi miei, questo è comando.
 BRADAMANTE
 
    T'ubbidirò, ben mio, (S’alzano)
 se mi resiste il cor.
 Ma troppo il core, oh dio,
960sento tremarmi in sen.
 
    Pur misera qual sono
 al mio dolor perdono,
 se da sì duro passo
 sa liberarmi almen. (Parte)