Il Ruggiero o vero L’eroica gratitudine, Parigi, Hérissant, 1781

 SCENA VIII
 
 Reggia illuminata.
 
 CLOTILDE ed OTTONE
 
 CLOTILDE
1050Qui Ottone! E chi difende
 Ruggiero da Ruggier? Ne' suoi trasporti
 tu l'abbandoni?
 OTTONE
                                Il principe de' Greci
 vidi con lui né d'appressarmi osai.
 CLOTILDE
 Sventurato! Ah qual mai
1055pietà ne sento!
 OTTONE
                              E tu di lui men degna,
 Clotilde, non ne sei.
 CLOTILDE
                                       Deh cessa, Ottone,
 d'esacerbar le mie ferite.
 OTTONE
                                                Io prendo
 parte ne' torti tuoi. Leon detesto
 né posso immaginar... Ma che mai dice?
1060Qual è mai la sua scusa?
 CLOTILDE
 Il silenzio. Ei non seppe
 rinvenirne migliore.
 OTTONE
                                        Ah tu dovevi
 la rotta fé rimproverargli. In lui,
 chi sa? destato avresti
1065forse l'antico ardor.
 CLOTILDE
                                      No; reso avrei
 il mio caso peggior. Quando in un core
 già la fiamma d'amor palpita e langue,
 chi l'agita l'estingue. E l'alme a cui
 la ragion non dà legge
1070il rimprovero irrita e non corregge.
 OTTONE
 Ma tu...
 CLOTILDE
                  Taci; ecco Augusto e la dolente
 vittima è seco.