Didone abbandonata, Venezia, Rossetti, 1725

 SCENA XV
 
 Tempio di Nettuno con simulacro del medesimo.
 
 ENEA, OSMIDA
 
 OSMIDA
 Come? Da' labri tuoi
 Dido saprà che abbandonar la vuoi?
 Benché costante, io spero
430che al pianto suo tu cangerai pensiero.
 ENEA
 Può togliermi di vita
 ma non può il mio dolore
 far ch'io manchi alla patria e al genitore.
 OSMIDA
 Oh generosi detti!
435Vincere i propri affetti
 avvanza ogn'altra gloria.
 ENEA
 Quanto costa però questa vittoria.