Siroe, Torino, Reale, 1757

 SCENA XVI
 
 LAODICE e MEDARSE
 
 LAODICE
 Gran mistero in que' detti Idaspe asconde.
 MEDARSE
 Semplice, e tu lo credi? A te dovrebbe
 esser nota la corte. È di chi gode
 del principe il favor questo il costume.
565Gli enigmi artifiziosi
 sembrano arcani ascosi. Allor che il volgo
 gl'intende men, più volentier gli adora,
 figurandosi in essi
 quel che teme o desia ma sempre invano.
570Che v'è spesso l'enigma e non l'arcano.
 LAODICE
 Non credo che sian tali
 d'Idaspe i sensi. È ver ch'io non gl'intendo;
 ma vo, quando l'ascolto,
 cangiando al par di lui voglia e pensiero
575né so più quel che temo o quel che spero.
 
    L'incerto mio pensier
 non ha di che temer,
 di che sperar non ha;
 e pur temendo va,
580pur va sperando.
 
    Senza saper perché
 n'andò così da me
 la pace in bando. (Parte)