Siroe, Torino, Reale, 1757

 SCENA V
 
 MEDARSE e detti
 
 MEDARSE
 Signore.
 EMIRA
                   (Oh dei!)
 MEDARSE
                                       Perché quel ferro, Idaspe?
 EMIRA
 Per deporlo al suo piè. V'è chi ha potuto
755farlo temer di me. Troppo geloso
 io son dell'onor mio.
 Io traditore! Oh dio!
 Nel più vivo del cor Siroe m'offese.
 Finché si scopra il vero,
760eccomi disarmato e prigioniero.
 COSROE
 Che fedeltà!
 MEDARSE
                          Forse il german proccura
 divider la sua colpa.
 COSROE
                                       Idaspe, torni
 per mia difesa al fianco tuo la spada.
 EMIRA
 Perdonami, o signor; quando è in periglio
765d'un sovrano la vita, ha corpo ogni ombra.
 Prima dall'alma sgombra
 quell'idea che m'oltraggia e al fianco mio
 poscia per tuo riparo
 senza taccia d'error torni l'acciaro.
 COSROE
770No no; ripiglia il brando.
 EMIRA
 Ubbidirti non deggio.
 COSROE
                                           Io tel comando.
 EMIRA
 Così vuoi, non m'oppongo. Almen permetti
 ch'io la reggia abbandoni, acciò non dia
 di novelli sospetti
775colpa l'invidia all'innocenza mia.
 COSROE
 Anzi voglio che Idaspe
 sempre de' giorni miei vegli alla cura.
 EMIRA
 Io!
 COSROE
         Sì.
 EMIRA
                 Chi m'assicura
 della fede di tanti a cui commessa
780è la tua vita? Io debitor sarei
 della colpa d'ognun. S'io fossi solo...
 COSROE
 E solo esser tu dei.
 Fra le reali guardie
 le più fide tu scegli; a tuo talento
785le cambia e le disponi; e sia tuo peso
 di scoprir chi m'insidia.
 EMIRA
                                               Al regio cenno
 ubbidirò; né dal mio sguardo accorto
 potrà celarsi il reo. (Son quasi in porto).
 
    Sgombra dall'anima
790tutto il timor;
 più non ti palpiti
 dubbioso il cor;
 riposa e credimi
 ch'io son fedel.
 
795   Se al mio regnante,
 se al dover mio
 per un istante
 mancar poss'io,
 con me si vendichi
800sdegnato il ciel. (Parte)