Didone abbandonata, Venezia, Rossetti, 1725

 SCENA PRIMA
 
 Appartamenti reali con tavolino.
 
 IARBA, poi ARASPE
 
 IARBA
 Sol per pochi momenti
 modero ancora i miei furori. Indegno
575t'offerisci al mio sdegno e non paventi?
 Temerario per te
 non cadde Enea dal ferro mio trafitto.
 ARASPE
 Ma delitto non è.
 IARBA
                                  Non è delitto!
 Di tante offese ormai
580vendicato m'avria quella ferita.
 ARASPE
 La tua gloria salvai nella sua vita.
 IARBA
 Ti punirò.
 ARASPE
                      La pena
 benché innocente io soffrirò con pace,
 che sempre è reo chi al suo signor dispiace.