Didone abbandonata, Venezia, Rossetti, 1725

 SCENA VII
 
 DIDONE ed ENEA
 
 DIDONE
665Come! Ancor non partisti? Adorna ancora
 questi barbari lidi il grand'Enea
 e pur io mi credea
 che già varcato il mar d'Italia in seno
 in trionfo traessi
670popoli debellati e regi oppressi.
 ENEA
 Quest'amara favella
 mal conviene al tuo cor bella reina.
 Del tuo, dell'onor mio
 sollecito ne vengo. Io so che vuoi
675del moro il fiero orgoglio
 con la morte punir.
 DIDONE
                                      E questo è il foglio.
 ENEA
 La gloria non consente
 ch'io vendichi in tal guisa i torti miei.
 Se per me lo condanni...
 DIDONE
680Condannarlo per te! Troppo t'inganni.
 Passò quel tempo Enea
 che Dido a te pensò! Spenta è la face,
 è sciolta la catena
 e del tuo nome or mi rammento appena.
 ENEA
685Sappi che re de' Mori
 è l'orator fallace.
 DIDONE
 Io non so qual ei sia, lo credo Arbace.
 ENEA
 Oh dio, con la sua morte
 tutta contro di te l'Africa irriti.
 DIDONE
690Consigli non desio,
 tu provedi al tuo regno, io penso al mio.
 Senza di te finor leggi dettai,
 sorger senza di te Cartago io vidi.
 Felice me, se mai
695tu non giungevi ingrato a questi lidi.
 ENEA
 Se sprezzi il tuo periglio
 donalo a me, grazia per lui ti chieggio.
 DIDONE
 Sì, veramente io deggio
 il mio regno e me stessa al tuo gran merto.
700A sì fedele amante,
 ad eroe sì pietoso, a' giusti prieghi
 di tanto intercessor nulla si nieghi.
 Inumano, tiranno, è forse questo
 l'ultimo dì che rimirar mi dei,
705vieni sugli occhi miei,
 sol d'Arbace mi parli e me non curi.
 T'avessi pur veduto
 d'una lagrima sola umido il ciglio.
 Uno sguardo, un sospiro,
710un segno di pietade in te non trovo.
 E poi grazie mi chiedi?
 Per tanti oltraggi ho da premiarti ancora?
 Perché tu lo vuoi salvo, io vuo' che mora. (Sottoscrive il foglio)
 ENEA
 Idol mio, che pur sei
715ad onta del destin l'idolo mio,
 che posso dir, che giova
 rinovar co' sospiri il tuo dolore?
 Ah se per me nel core
 qualche tenero affetto avesti mai
720placa il tuo sdegno e rasserena i rai.
 Quell'Enea tel domanda
 che tuo cor, che tuo bene un dì chiamasti,
 quel che finora amasti
 più della vita tua, più del tuo soglio,
725quello...
 DIDONE
                  Basta, vincesti, eccoti il foglio.
 Vedi quanto t'adoro ancora ingrato.
 Con un tuo sguardo solo
 mi togli ogni difesa e mi disarmi.
 Ed hai cor di tradirmi? E puoi lasciarmi?
 
730   Se vuoi ch'io mora
 mio dolce amore
 eccoti il seno,
 passami il core
 ma non lasciarmi
735senza di te.
 
    Da quella mano
 s'io son ferita
 non è tormento
 perder la vita,
740non ha la morte
 terror per me. (Parte)