Siroe, Parigi, Hérissant, 1780

 SCENA PRIMA
 
 Cortile.
 
 COSROE ed ARASSE
 
 COSROE
 No no; voglio che mora.
1115Abbastanza finora
 pietosa a me per lui parlò natura.
 ARASSE
 Signor, chi t'assicura
 che, Siroe ucciso, il popolo ribelle
 non voglia vendicarlo, e quando speri
1120i tumulti sedar, non sian più fieri?
 COSROE
 Sollecito e nascosto
 previeni i sediziosi. A lor si mostri,
 ma reciso, del figlio il capo indegno.
 Vedrai gelar lo sdegno,
1125quando manchi il fomento.
 ARASSE
                                                    Innanzi a questo
 violento rimedio, altro possiamo
 men funesto tentarne.
 COSROE
                                           E quale? Ho tutto
 posto in uso finora. Idaspe ed io
 sudammo invano. Il figlio contumace
1130morto mi vuol, ricusa i doni e tace.
 ARASSE
 Dunque degg'io...
 COSROE
                                   Sì, vanne; è la sua morte
 necessaria per me. Pronuncio, Arasse,
 il decreto fatal; ma sento, oh dio!
 gelarsi il core, inumidirsi il ciglio;
1135parte del sangue mio verso nel figlio.
 ARASSE
 Ubbidirò con pena;
 ma pure ubbidirò. Di Siroe amico
 io sono, è ver, ma son di te vassallo;
 e sa ben la mia fede
1140che al dover di vassallo ogni altro cede.
 
    Al tuo sangue io son crudele,
 per serbarti fedeltà.
 
    Quando vuol d'un re l'affanno
 per sua pace un reo trafitto,
1145è virtù l'esser tiranno
 e delitto è la pietà. (Parte)
 
 COSROE
 Finché del ciel nemico
 io non provai lo sdegno,
 mi fu dolce la vita e dolce il regno;
1150ma quando il conservarli
 costa al mio cor così crudel ferita,
 grave il regno è per me, grave è la vita.