Didone abbandonata, Venezia, Rossetti, 1725

 SCENA IX
 
 IARBA, poi OSMIDA
 
 IARBA
 Così strane venture io non intendo!
 OSMIDA
 Signor ove ten vai?
 Nelle mie stanze ascoso
780per tuo, per mio riposo io ti lasciai.
 IARBA
 Ma fino al tuo ritorno
 tolerar quel soggiorno io non potei.
 OSMIDA
 In periglio tu sei, che se Didone
 libero errar ti vede
785temerà di mia fede.
 IARBA
                                       A tale ogetto
 disarmato io men vo fin che non giunga
 l'amico stuol che a vendicarmi affretto.
 OSMIDA
 Va' pur ma ti rammenta
 ch'io sol per tua cagione...
 IARBA
790Fost'infido a Didone.
 OSMIDA
 E che tu per mercede...
 IARBA
 So qual premio si debba alla tua fede. (Parte)