Catone in Utica, Roma, Bernabò, 1728

 SCENA IX
 
  Fabriche in parte rovinate vicino al soggiorno di Catone.
 
 CESARE e FULVIO
 
 CESARE
410Giunse dunque a tentarti
 d'infedeltade Emilia? E tanto spera
 dall'amor tuo?
 FULVIO
                              Sì, ma per quanto io l'ami,
 amo più la mia gloria.
 Infido a te mi finsi
415per sicurezza tua, così palesi
 saranno i suoi disegni.
 CESARE
                                            A Fulvio amico
 tutto fido me stesso. Or mentre io vado
 il campo a riveder qui resta e siegui
 il suo core a scoprir.
 FULVIO
                                       Tu parti!
 CESARE
                                                          Io deggio
420prevenir i tumulti
 che la tardanza mia destar potrebbe.
 FULVIO
 E Catone?
 CESARE
                      A lui vanne e l'assicura
 che pria che giunga a mezzo il corso il giorno
 a lui farò ritorno.
 FULVIO
                                  Andrò ma veggio
425Marzia che viene.
 CESARE
                                   In libertà mi lascia
 un momento con lei, finora invano
 la ricercai. T'è noto...
 FULVIO
                                         Io so che l'ami,
 so che t'adora anch'ella e so per prova
 qual piacer si ritrova
430dopo lunga stagion nel dolce istante
 che rivede il suo bene un fido amante. (Parte)