Catone in Utica, Roma, Bernabò, 1728

 SCENA VIII
 
 FULVIO
 
 FULVIO
 Oh dei tutta sé stessa
970a me confida Emilia ed io l'inganno.
 Ah perdona mio bene
 questa frode innocente. Al tuo nemico
 io troppo deggio; è in te virtù lo sdegno,
 sarebbe colpa in me. Per mia sventura,
975se appago il tuo desio,
 l'amicizia tradisco e l'onor mio.
 
    Nascesti alle pene
 mio povero core.
 Amar ti conviene
980chi tutta rigore
 per farti contento
 ti vuole infedel.
 
    Di' pur che la sorte
 è troppo severa.
985Ma soffri, ma spera,
 ma fino alla morte
 in ogni tormento
 ti serba fedel. (Parte)