Catone in Utica, Roma, Bernabò, 1728

 SCENA XV
 
 EMILIA e ARBACE
 
 EMILIA
 Udisti Arbace? Il credo appena. A tanto
 giunge dunque in costei
1265un temerario amor? Ne vanta il foco,
 te ricusa, me insulta e il padre offende.
 ARBACE
 Di colei che mi accende
 ah non parlar così.
 EMILIA
                                     Non hai rossore
 di tanta debolezza? A tale oltraggio
1270resisti ancor?
 ARBACE
                            Che posso far. È ingrata,
 è ingiusta, io lo conosco e pur l'adoro.
 E sempre più si avanza
 colla sua crudeltà la mia costanza.
 EMILIA
 
    Se sciogliere non vuoi
1275dalle catene il cor,
 di chi lagnar ti puoi,
 sei folle nell'amor,
 non sei costante.
 
    Ti piace il suo rigor,
1280non cerchi libertà,
 l'istessa infedeltà
 ti rende amante. (Parte)