Catone in Utica, Roma, Bernabò, 1728

 SCENA PRIMA
 
 Cortile.
 
 CESARE e FULVIO
 
 CESARE
1305Tutto amico ho tentato, alcun rimorso
 più non mi resta. Invan finsi finora
 ragioni alla dimora
 sperando pur che della figlia al pianto,
 d'Utica a' prieghi e de' perigli a fronte
1310si piegasse Catone; or so ch'ei volle
 invece di placarsi
 Marzia svenar perché gli chiese pace,
 perché disse d'amarmi. Andiamo, ormai
 giusto è il mio sdegno, ho tolerato assai. (In atto di partire)
 FULVIO
1315Ferma, tu corri a morte.
 CESARE
 Perché?
 FULVIO
                  Già su le porte
 d'Utica v'è chi nell'uscir ti deve
 privar di vita.
 CESARE
                             E chi pensò la trama?
 FULVIO
 Emilia, ella mel disse, ella confida
1320nell'amor mio, tu 'l sai.
 CESARE
                                             Coll'armi in pugno
 ci apriremo la via. Vieni.
 FULVIO
                                                Raffrena
 quest'ardor generoso, altro riparo
 offre la sorte.
 CESARE
                           E quale?
 FULVIO
                                              Un che fra l'armi
 milita di Catone infino al campo
1325per incognita strada
 ti condurrà.
 CESARE
                         Chi è questi?
 FULVIO
 Floro si appella, uno è di quei che scelse
 Emilia a trucidarti. Ei vien pietoso
 a palesar la frode
1330e ad aprirti lo scampo.
 CESARE
                                            Ov'è?
 FULVIO
                                                          Ti attende
 d'Iside al fonte. Egli m'è noto, a lui
 fidati pur. Intanto al campo io riedo;
 e per l'esterno ingresso
 di quel camino istesso a te svelato,
1335co' più scelti de' tuoi
 tornerò poi per tua difesa armato.
 CESARE
 E fidarci così?
 FULVIO
                             Vivi sicuro.
 Avran di te, che sei
 la più grand'opra lor, cura gli dei.
 
1340   La fronda che circonda
 a' vincitori il crine
 soggetta alle ruine
 del folgore non è.
 
    Compagna dalla cuna
1345apprese la fortuna
 a militar con te. (Parte)