Didone abbandonata, Venezia, Rossetti, 1725

 SCENA XVIII
 
 DIDONE
 
 DIDONE
 E pure in mezzo all'ire
1055trova pace il mio cor. Iarba non temo,
 mi piace Enea sdegnato ed amo in lui
 come effetti d'amor gli sdegni sui.
 Chi sa. Pietosi numi
 rammentatevi almeno
1060che foste amanti un dì come son io.
 Ed abbia il vostro cor pietà del mio.
 
    Va lusingando amore
 il credulo mio core,
 gli dice: «Sei felice»
1065ma non sarà così.
 
    Per poco mi consolo
 ma più crudele io sento
 poi ritornar quel duolo
 che sol per un momento
1070dall'alma si partì.
 
 Fine dell’atto secondo