Catone in Utica, Venezia, Buonarigo, 1729

 SCENA ULTIMA
 
 MARZIA, EMILIA e detti
 
 MARZIA
 Lasciatemi o crudeli. (Verso la scena)
1540Voglio del padre mio
 l'estremo fato accompagnare anch'io.
 FULVIO
 Che fu?
 CESARE
                  Che ascolto.
 MARZIA
                                          Ah qual oggetto! Ingrato (A Cesare)
 va', se di sangue hai sete, estinto mira
 l'infelice Catone. Eccelsi frutti
1545del tuo valor son questi. Il più dell'opra
 ti resta ancor. Via quell'acciaro impugna
 e in faccia a queste squadre
 la disperata figlia unisci al padre. (Piange)
 CESARE
 Ma come... Per qual mano?...
1550Si trovi l'uccisor.
 EMILIA
                                  Lo cerchi invano.
 MARZIA
 Volontario morì. Catone oppresso
 rimase, è ver, ma da Catone istesso.
 CESARE
 Roma chi perdi!
 EMILIA
                                 Roma
 il suo vindice avrà.
 MARZIA
                                     Palpita ancora
1555la grand'alma di Bruto in qualche petto.
 CESARE
 Emilia io giuro ai numi...
 EMILIA
                                                 I numi avranno
 cura di vendicarci; assai lontano
 forse il colpo non è; per pace altrui
 l'affretti il cielo e quella man che meno
1560credi infedel, quella ti squarci il seno. (Parte)
 CESARE
 Tu Marzia almen rammenta...
 MARZIA
                                                         Io mi rammento
 che son per te d'ogni speranza priva,
 orfana, desolata e fuggitiva.
 Mi rammento che al padre
1565giurai d'odiarti e per maggior tormento
 che un ingrato adorai pur mi rammento. (Parte)
 FULVIO
 Quando trionfi ogni perdita è lieve.
 CESARE
 Ah se costar mi deve
 i giorni di Catone il serto, il trono,
1570ripigliatevi o numi il vostro dono. (Getta il lauro)
 
 FINE