Catone in Utica, Venezia, Buonarigo, 1729, II edizione

 SCENA X
 
 CESARE e detti
 
 CATONE
 Cesare, a me son troppo
 preziosi i momenti e qui non voglio
 perdergli in ascoltarti,
 o stringi tutto in poche note o parti. (Siede)
 CESARE
905T'appagherò. (Come m'accoglie!) Il primo (Siede)
 de' miei desiri è il renderti sicuro
 che il tuo cor generoso,
 che la costanza tua...
 CATONE
                                        Cangia favella
 se pur vuoi che t'ascolti. Io so che questa
910artificiosa lode è in te fallace
 e vera ancor da' labri tuoi mi spiace.
 CESARE
 (Sempre è l'istesso!) Ad ogni costo io voglio
 pace con te, tu scegli i patti, io sono
 ad accettargli accinto
915come faria col vincitore il vinto.
 (Or che dirà!)
 CATONE
                             Tanto offerisci?
 CESARE
                                                            E tanto
 adempirò, che dubitar non posso
 d'una ingiusta richiesta.
 CATONE
 Giustissima sarà. Lascia dell'armi
920l'usurpato comando; il grado eccelso
 di dittator deponi. E come reo
 rendi in carcere angusto
 alla patria ragion de' tuoi misfatti,
 questi se pace vuoi saranno i patti.
 CESARE
925Ed io dovrei...
 CATONE
                             Di rimanere oppresso
 non dubitar, che allora
 sarò tuo difensore.
 CESARE
                                     (E soffro ancora!)
 Tu sol non basti; io so quanti nemici
 con gli eventi felici
930m'irritò la mia sorte, onde potrei
 i giorni miei sagrificare invano.
 CATONE
 Ami tanto la vita e sei romano?
 In più felice etade agli avi nostri
 non fu cara così. Curzio rammenta,
935Decio rimira a mille squadre a fronte,
 vedi Scevola all'ara, Orazio al ponte
 e di Cremera all'aque
 di sangue e di sudor bagnati e tinti
 trecento Fabi in un sol giorno estinti.
 CESARE
940Se allor giovò di questi
 nuocerebbe alla patria or la mia morte.
 CATONE
 Per qual ragione?
 CESARE
                                   È necessario a Roma
 che un sol comandi.
 CATONE
                                       È necessario a lei
 che egualmente ciascun comandi e serva.
 CESARE
945E la publica cura
 tu credi più sicura in mano a tanti
 discordi negli affetti e ne' pareri?
 Meglio il voler d'un solo
 regola sempre altrui. Solo fra i numi
950Giove il tutto dal ciel governa e muove.
 CATONE
 Dov'è costui che rassomigli a Giove?
 Io non lo veggo e se vi fosse ancora
 diverebbe tiranno in un momento.
 CESARE
 Tutto pende qua giù da un dubbio evento.
 CATONE
955Così parla un nemico
 della patria e del giusto. Intesi assai,
 basti così. (S’alza)
 CESARE
                       Ferma Catone.
 CATONE
                                                    È vano
 quanto puoi dirmi.
 CESARE
                                      Un sol momento aspetta,
 altre offerte io farò.
 CATONE
                                      Parla e t'affretta. (Torna a sedere)
 CESARE
960(Quanto sopporto!) Il combatuto acquisto
 dell'impero del mondo, il tardo frutto
 de' miei sudori e de' perigli miei
 se meco in pace sei
 dividerò con te.
 CATONE
                                Sì, perché poi
965diviso ancor fra noi
 di tante colpe tue fosse il rossore.
 E di viltà Catone
 temerario così tentando vai?
 Posso ascoltar di più.
 CESARE
                                         (Son stanco ormai).
970Troppo cieco ti rende
 l'odio per me. Meglio rifletti, io molto
 finor t'offersi e voglio
 offrirti più. Perché fra noi sicura
 rimanga l'amistà, darò di sposo
975la destra a Marzia.
 CATONE
                                     Alla mia figlia?
 CESARE
                                                                   A lei.
 CATONE
 Ah prima degli dei
 piombi sopra di me tutto lo sdegno
 che il sangue d'un indegno
 infami il sangue mio, che a me congiunto
980io soffra un traditore, un che di Roma
 ha quasi già nel suo furor sepolta
 l'antica libertà...
 CESARE
                                 Taci una volta.
 Hai cimentato assai
 la toleranza mia. Che più degg'io
985soffrir da te? Per tuo riguardo il corso
 trattengo a' miei trionfi; io stesso vengo
 dell'onor tuo geloso a chieder pace.
 De' miei sudati acquisti
 ti voglio a parte; offro a tua figlia in dono
990questa man vincitrice; a te cortese
 per cento offese e cento
 rendo segni d'amor. Non sei contento?
 Che vorresti? Che speri?
 Che pretendi da me? Se d'esser credi
995argine alla fortuna
 di Cesare tu solo invan lo speri.
 Han principio dal ciel tutti gl'imperi.
 CATONE
 Favorevoli agl'empi
 sempre non son gli dei.
 CESARE
                                             Vedrem fra poco
1000colle nostr'armi altrove
 chi favorisca il ciel. (In atto di partire)