Catone in Utica, Venezia, Buonarigo, 1729, II edizione

 SCENA XII
 
 CATONE, MARZIA, indi EMILIA
 
 MARZIA
 Ah signor che facesti? Ecco in periglio
 la tua, la nostra vita.
 CATONE
                                        Il viver mio
 non sia tua cura. Emilia
1040non v'è più pace e fra l'ardor dell'armi
 mal sicure voi siete; onde alle navi
 portate il piè. Sai che il german di Marzia
 di quelle è duce e in ogni evento avrete
 pronto lo scampo almen.
 EMILIA
                                               Qual via sicura
1045d'uscir da queste mura
 cinte d'assedio?
 CATONE
                                In solitaria parte
 d'Iside al fonte appresso
 a me noto è l'ingresso
 di sotterranea via. Ne cela il varco
1050de' folti dumi e de' pendenti rami
 l'invecchiata licenza. All'acque un tempo
 servì di strada, or dall'età cangiata
 offre asciutto il camino
 dall'offesa cittade al mar vicino.
 EMILIA
1055(Può giovarmi il saperlo).
 MARZIA
                                                 Ed a chi fidi
 la speme o padre? È mal sicura, il sai,
 la fé d'Arbace, a ricusarmi ei giunse.
 CATONE
 Ma nel cimento estremo
 ricusarti non può; di tanto eccesso
1060è incapace, il vedrai.
 MARZIA
                                        Farà l'istesso.