Didone abbandonata, Venezia, Rossetti, 1725

 SCENA VIII
 
 SELENE e detti
 
 SELENE
                                                 Oh dio germana.
 Alfin Enea...
 DIDONE
                          Partì?
 SELENE
                                        No, ma fra poco
1245le vele scioglierà da' nostri lidi.
 Or ora io stessa il vidi
 verso i legni fugaci
 sollecito condurre i suoi seguaci.
 DIDONE
 Che infedeltà! Che sconoscenza! Oh dei,
1250un esule infelice...
 Un mendico stranier... Ditemi voi
 se più barbaro cor vedeste mai!
 E tu cruda Selene
 partir lo vedi ed arrestar nol sai?
 SELENE
1255Fu vana ogni mia cura.
 DIDONE
 Vanne Osmida e procura
 che resti Enea per un momento solo.
 M'ascolti e parta.
 OSMIDA
                                  Ad ubbidirti io volo. (Parte)