Catone in Utica, Venezia, Buonarigo, 1729, II edizione

 SCENA VIII
 
 CATONE e CESARE
 
 CESARE
 Lascia che un'alma grata
 renda alla tua virtù...
 CATONE
                                         Nulla mi devi.
1410Mira se alcun vi resta
 armato a' danni tuoi.
 CESARE
                                         Partì ciascuno. (Guardando intorno)
 CATONE
 D'altre insidie hai sospetto?
 CESARE
                                                      Ove tu sei
 chi può temerle.
 CATONE
                                 E ben stringi quel brando.
 Risparmi il sangue nostro
1415quello di tanti eroi.
 CESARE
 Come!
 CATONE
                Se qui paventi
 di nuovi tradimenti
 scegli altro campo e decidiam fra noi.
 CESARE
 Ch'io pugni teco! Ah non fia ver. Saria
1420della perdita mia
 più infausta la vittoria.
 CATONE
                                             Eh non vantarmi
 tanto amor, tanto zelo, all'armi, all'armi.
 CESARE
 A cento schiere in faccia
 si combatta se vuoi ma non si vegga
1425per qualunque periglio
 contro il padre di Roma armarsi un figlio.
 CATONE
 Eroici sensi e strani
 a un seduttor delle donzelle in petto.
 Sarebbe mai difetto
1430di valor, di coraggio
 quel color di virtù?
 CESARE
                                      Cesare soffre
 di tal dubbio l'oltraggio!
 Ah se alcun si ritrova
 che ne dubiti ancora ecco la prova.