Catone in Utica, Venezia, Buonarigo, 1729, II edizione

 SCENA X
 
 EMILIA
 
 EMILIA
1445Chi può nelle sventure
 eguagliarsi con me. Spesso per gli altri
 e parte e fa ritorno
 la tempesta, la calma e l'ombra e il giorno.
 Sol io provo degli astri
1450la costanza funesta.
 Sempre notte è per me, sempre è tempesta.
 
    Nacqui agli affanni in seno,
 ognor così penai
 né viddi un raggio mai
1455per me sereno in ciel.
 
    Sempre un dolor non dura.
 Ma quando cangia tempre
 sventura da sventura
 si riproduce e sempre
1460la nuova è più crudel.