Catone in Utica, Venezia, Buonarigo, 1729, II edizione

 SCENA XII
 
 MARZIA da un lato, ARBACE dall’altro e detto
 
 MARZIA
 Padre.
 ARBACE
                Signor.
 A DUE
                                T'arresta.
 CATONE
                                                    Al guardo mio
1480ardisci ancor di presentarti ingrata?
 ARBACE
 Una misera figlia
 lasciar potresti in servitù sì dura?
 CATONE
 Ah questa indegna oscura
 la gloria mia.
 MARZIA
                           Che crudeltà! Deh ascolta
1485i prieghi miei.
 CATONE
                              Taci.
 MARZIA
                                          Perdono o padre, (S’inginocchia)
 caro padre pietà. Questa che bagna
 di lagrime il tuo piede è pur tua figlia.
 Ah volgi a me le ciglia,
 vedi almen la mia pena.
1490Guardami una sol volta e poi mi svena.
 ARBACE
 Placati alfine.
 CATONE
                            Or senti.
 Se vuoi che l'ombra mia vada placata
 al suo fatal soggiorno, eterna fede
 giura ad Arbace e giura
1495all'oppressore indegno
 della patria e del mondo eterno sdegno.
 MARZIA
 (Morir mi sento).
 CATONE
                                   E pensi ancor? Conosco
 l'animo avverso. Ah da costei lontano
 volo a morir.
 MARZIA
                           No genitore, ascolta,
1500tutto farò. Vuoi che ad Arbace io serbi
 eterna fé? La serberò. Nemica
 di Cesare mi vuoi? Dell'odio mio
 contro lui ti assicuro.
 CATONE
 Giuralo.
 MARZIA
                   (Oh dio!) Su questa man lo giuro.
 ARBACE
1505Mi fa pietade.
 CATONE
                             Or vieni
 fra queste braccia e prendi
 gli ultimi amplessi miei figlia infelice.
 Son padre alfine e nel momento estremo
 cede ai moti del sangue
1510la mia fortezza. Ah non credea lasciarti
 in Africa così.
 MARZIA
                            Questo è dolore!
 CATONE
 Non seduca quel pianto il mio valore.
 
    Per darvi alcun pegno
 di affetto il mio core
1515vi lascia uno sdegno,
 vi lascia un amore
 ma degno di voi,
 ma degno di me.
 
 MARZIA
 Seguiamo i passi suoi.
 ARBACE
                                            Non s'abbandoni
1520al suo crudel desio. (Parte)
 MARZIA
 Deh serbatemi o numi il padre mio.