Didone abbandonata, Venezia, Rossetti, 1725

 SCENA XI
 
 OSMIDA e detti
 
 DIDONE
1290Osmida.
 OSMIDA
                   Arde d'intorno...
 DIDONE
 Lo so. D'Enea ti chiedo,
 che ottenesti da Enea.
 OSMIDA
                                           Partì l'ingrato.
 Già lontano è dal porto; io giunsi appena
 a ravvisar le fuggitive antenne.
 DIDONE
1295Ah stolta! Io stessa, io sono
 complice di sua fuga, al primo istante
 arrestar lo dovea. Ritorna Osmida,
 corri, vola sul lido, aduna insieme
 armi, navi, guerrieri.
1300Raggiungi l'infedele,
 lacera i lini suoi, sommergi i legni,
 portami fra catene
 quel traditore avvinto.
 E se vivo non puoi, portalo estinto.
 OSMIDA
1305Tu pensi a vendicarti e cresce intanto
 la sollecita fiamma.
 DIDONE
                                      È ver, corriamo.
 Io voglio... Ah no... Restate...
 Ma la vostra dimora...
 Io mi confondo... E non partisti ancora?
 OSMIDA
1310Eseguisco i tuoi cenni. (Parte)