Didone abbandonata, Venezia, Rossetti, 1725

 SCENA XIV
 
 DIDONE, poi OSMIDA
 
 DIDONE
1335I miei casi infelici
 favolose memorie un dì saranno
 e forse diverranno
 soggetti miserabili e dolenti
 alle tragiche scene i miei tormenti.
 OSMIDA
1340È perduta ogni speme.
 DIDONE
 Così presto ritorni?
 OSMIDA
                                       Invano, o dio,
 tentai passar dal tuo soggiorno al lido.
 Tutta del moro infido
 il minaccioso stuol Cartago inonda.
1345Fra le strida e i tumulti
 agl'insulti degli empi
 son le vergini esposte, aperti i tempi.
 Né più desta pietade
 o l'immatura o la cadente etade.
 DIDONE
1350Dunque alla mia ruina
 più riparo non v'è? (Si comincia a veder il fuoco nella regia)