Catone in Utica, Venezia, Bettinelli, 1733

 SCENA X
 
 CESARE e detto
 
 CATONE
1005Cesare, a me son troppo
 preziosi i momenti e qui non voglio
 perdergli in ascoltarti,
 o stringi tutto in poche note o parti. (Siede)
 CESARE
 T'appagherò. (Come m'accoglie!) Il primo (Siede)
1010de' miei desiri è il renderti sicuro
 che il tuo cor generoso,
 che la costanza tua...
 CATONE
                                        Cangia favella
 se pur vuoi che t'ascolti; io so che questa
 artificiosa lode è in te fallace
1015e vera ancor da' labbri tuoi mi spiace.
 CESARE
 (Sempr'è l'istesso!) Ad ogni costo io voglio
 pace con te, tu scegli i patti, io sono
 ad accettargli accinto
 come faria col vincitore il vinto.
1020(Or che dirà!)
 CATONE
                             Tanto offerisci?
 CESARE
                                                            E tanto
 adempirò, che dubitar non posso
 d'una ingiusta richiesta.
 CATONE
 Giustissima sarà. Lascia dell'armi
 l'usurpato comando; il grado eccelso
1025di dittator deponi; e come reo
 rendi in carcere angusto
 alla patria ragion de' tuoi misfatti;
 questi, se pace vuoi, saranno i patti.
 CESARE
 Ed io dovrei...
 CATONE
                             Di rimanere oppresso
1030non dubitar, che allora
 sarò tuo difensore.
 CESARE
                                     (E soffro ancora!)
 Tu sol non basti, io so quanti nemici
 con gli eventi felici
 m'irritò la mia sorte, onde potrei
1035i giorni miei sacrificare invano.
 CATONE
 Ami tanto la vita e sei romano?
 In più felice etade agli avi nostri
 non fu cara così. Curzio rammenta,
 Decio rimira a mille squadre a fronte,
1040vedi Scevola all'ara, Orazio al ponte
 e di Cremera all'acque
 di sangue e di sudor bagnati e tinti
 trecento Fabi in un sol giorno estinti.
 CESARE
 Se allor giovò di questi,
1045nuocerebbe alla patria or la mia morte.
 CATONE
 Per qual ragione?
 CESARE
                                   È necessario a Roma
 che un sol comandi.
 CATONE
                                       È necessario a lei
 ch'egualmente ciascun comandi e serva.
 CESARE
 E la pubblica cura
1050tu credi più sicura in mano a tanti
 discordi negli affetti e ne' pareri?
 Meglio il voler d'un solo
 regola sempre altrui. Solo fra' numi
 Giove il tutto dal ciel governa e muove.
 CATONE
1055Dov'è costui che rassomigli a Giove?
 Io non lo veggo e se vi fosse ancora
 diverrebbe tiranno in un momento.
 CESARE
 Chi non ne soffre un sol ne soffre cento.
 CATONE
 Così parla un nemico
1060della patria e del giusto. Intesi assai,
 basti così. (S’alza)
 CESARE
                       Ferma Catone.
 CATONE
                                                    È vano
 quanto puoi dirmi.
 CESARE
                                      Un sol momento aspetta,
 altre offerte io farò.
 CATONE
                                      Parla e t'affretta. (Torna a sedere)
 CESARE
 (Quanto sopporto!) Il combattuto acquisto
1065dell'impero del mondo, il tardo frutto
 de' miei sudori e de' perigli miei
 se meco in pace sei
 dividerò con te.
 CATONE
                                Sì, perché poi
 diviso ancor fra noi
1070di tante colpe tue fosse il rossore.
 E di viltà Catone
 così tentando vai?
 Posso ascoltar di più!
 CESARE
                                         (Son stanco ormai).
 Troppo cieco ti rende
1075l'odio per me, meglio rifletti. Io molto
 finor t'offersi e voglio
 offrirti più. Perché fra noi sicura
 rimanga l'amistà, darò di sposo
 la destra a Marzia.
 CATONE
                                     Alla mia figlia?
 CESARE
                                                                   A lei.
 CATONE
1080Ah prima degli dei
 piombi sopra di me tutto lo sdegno
 ch'io l'infame disegno
 d'opprimer Roma ad approvar m'induca
 con l'odioso nodo! Ombre onorate
1085de' Bruti, de' Virgini oh come adesso
 fremerete d'orror! Che audacia oh numi!
 E Catone l'ascolta?
 E a proposte sì ree...
 CESARE
                                        Taci una volta. (S’alzano)
 Hai cimentato assai
1090la tolleranza mia. Che più degg'io
 soffrir da te? Per tuo riguardo, il corso
 trattengo a' miei trionfi; io stesso vengo
 dell'onor tuo geloso a chieder pace;
 de' miei sudati acquisti
1095ti voglio a parte; offro a tua figlia in dono
 questa man vincitrice; a te cortese
 per cento offese e cento
 rendo segni d'amor né sei contento?
 Che vorresti? Che speri?
1100Che pretendi da me? Se d'esser credi
 argine alla fortuna
 di Cesare tu solo, invan lo speri.
 Han principio dal ciel tutti gl'imperi.
 CATONE
 Favorevoli agli empi
1105sempre non son gli dei.
 CESARE
                                             Vedrem fra poco
 colle nostr'armi altrove
 chi favorisca il ciel. (In atto di partire)