Catone in Utica, Venezia, Bettinelli, 1733

 SCENA VII
 
 CESARE e dette in disparte
 
 CESARE
                                                    Il calle angusto (Guardando la scena)
 qui si dilata, ai noti segni il varco
1505non lungi esser dovrà. Floro. M'ascolti? (Voltandosi indietro)
 Floro. Nol veggio più. Fin qui condurmi,
 poi dileguarsi! Io fui
 troppo incauto in fidarmi. Eh non è questo
 il primo ardir felice. Io di mia sorte
1510feci in rischio maggior più certa prova.
 EMILIA
 Ma questa volta il suo favor non giova. (Esce)
 MARZIA
 (O sorte!)
 CESARE
                      Emilia armata!
 EMILIA
                                                    È giunto il tempo
 delle vendette mie.
 CESARE
                                      Fulvio ha potuto
 ingannarmi così!
 EMILIA
                                  No, dell'inganno
1515tutta la gloria è mia. Della sua fede
 giurata a te contro di te mi valsi.
 Perché impedisse il tuo ritorno al campo
 a Fulvio io figurai
 d'Utica su le porte i tuoi perigli.
1520Per condurti ove sei, Floro io mandai
 con simulato zelo a palesarti
 questa incognita strada. Or dal mio sdegno
 se puoi t'invola.
 CESARE
                                Un femminil pensiero
 quanto giunge a tentar!
 EMILIA
                                              Forse volevi
1525che insensati gli dei sempre i tuoi falli
 soffrissero così? Che sempre il mondo
 pianger dovesse in servitù dell'empio
 suo barbaro oppressor? Che l'ombra grande
 del tradito Pompeo
1530eternamente invendicata errasse?
 Folle, contro i malvagi
 quando più gli assicura
 allor le sue vendette il ciel matura.
 CESARE
 Alfin che chiedi?
 EMILIA
                                  Il sangue tuo.
 CESARE
                                                             Sì lieve
1535non è l'impresa.
 EMILIA
                                 Or lo vedremo.
 MARZIA
                                                               (Oh dio!)
 EMILIA
 Olà costui svenate. (Esce la gente di Emilia)
 CESARE
 Prima voi caderete. (Cava la spada)
 MARZIA
                                        Empi fermate.
 CESARE
 (Marzia!)
 EMILIA
                     (Che veggio!)
 MARZIA
                                                E di tradir non sente
 vergogna Emilia?
 EMILIA
                                   E di fuggir con lui
1540non ha Marzia rossore?
 CESARE
                                             (O strani eventi!)
 MARZIA
 Io con Cesare! Menti.
 L'ira del padre ad evitar m'insegna
 giusto timor.