Catone in Utica, Venezia, Bettinelli, 1733

 SCENA ULTIMA
 
 MARZIA, EMILIA e detti
 
 MARZIA
1915Lasciatemi o crudeli. (Verso la scena)
 Voglio del padre mio
 l'estremo fato accompagnare anch'io.
 FULVIO
 Che fu?
 CESARE
                  Che ascolto!
 MARZIA
                                          Ah quale oggetto! Ingrato (A Cesare)
 va', se di sangue hai sete, estinto mira
1920l'infelice Catone. Eccelsi frutti
 del tuo valor son questi. Il più dell'opra
 ti resta ancor. Via quell'acciaro impugna
 e in faccia a queste squadre
 la disperata figlia unisci al padre. (Piange)
 CESARE
1925Ma come!... Per qual mano!...
 Si trovi l'uccisor.
 EMILIA
                                  Lo cerchi invano.
 MARZIA
 Volontario morì. Catone oppresso
 rimase, è ver, ma da Catone istesso.
 CESARE
 Roma chi perdi!
 EMILIA
                                 Roma
1930il suo vindice avrà.
 MARZIA
                                     Palpita ancora
 la grand'alma di Bruto in qualche petto.
 CESARE
 Emilia, io giuro ai numi...
 EMILIA
                                                  I numi avranno
 cura di vendicarci, assai lontano
 forse il colpo non è. Per pace altrui
1935l'affretti il cielo e quella man che meno
 credi infedel, quella ti squarci il seno. (Parte)
 CESARE
 Tu Marzia almen rammenta...
 MARZIA
                                                         Io mi rammento
 che son per te d'ogni speranza priva,
 orfana, desolata e fuggitiva.
1940Mi rammento che al padre
 giurai d'odiarti e per maggior tormento
 che un ingrato adorai pur mi rammento. (Parte)
 CESARE
 Quanto perdo in un dì!
 FULVIO
                                             Quando trionfi
 ogni perdita è lieve.
 CESARE
1945Ah se costar mi deve
 i giorni di Catone il serto, il trono,
 ripigliatevi o numi il vostro dono. (Getta il lauro)
 
 FINE