Catone in Utica, Parigi, Quillau, 1755

 SCENA IX
 
  Fabbriche in parte rovinate vicino al soggiorno di Catone.
 
 CESARE e FULVIO
 
 CESARE
410Giunse dunque a tentarti
 d'infedeltade Emilia? E tanto spera
 dall'amor tuo?
 FULVIO
                              Sì; ma per quanto io l'ami,
 amo più la mia gloria.
 Infido a te mi finsi
415per sicurezza tua, così palesi
 saranno i suoi disegni.
 CESARE
                                            A Fulvio amico
 tutto fido me stesso. Or mentre io vado
 il campo a riveder, qui resta e siegui
 il suo core a scoprir.
 FULVIO
                                       Tu parti?
 CESARE
                                                           Io deggio
420prevenire i tumulti
 che la tardanza mia destar potrebbe.
 FULVIO
 E Catone?
 CESARE
                      A lui vanne e l'assicura
 che pria che giunga a mezzo il corso il giorno
 a lui farò ritorno.
 FULVIO
                                  Andrò; ma veggio
425Marzia che viene.
 CESARE
                                   In libertà mi lascia
 un momento con lei; finora invano
 la ricercai. T'è noto...
 FULVIO
                                         Io so che l'ami,
 so che t'adora anch'ella e so per prova
 qual piacer si ritrova
430doppo lunga stagion nel dolce istante
 che rivede il suo bene un fido amante. (Parte)